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domenica 13 novembre 2011

Delitti : Il caso Fenaroli

Delitti : Il caso Fenaroli


Roma, 11 settembre 1958, ore 10: qualcuno suona all’uscio di un appartamento al primo piano di via Ernesto Monaci 21, una tranquilla strada nei pressi di piazza Bologna. E’ la domestica della signora Maria Martirano che, dopo ripetuti squilli e non ottenendo risposta si rivolge ad un vicino. L’uomo dal suo appartamento rompe un vetro di casa Martirano, entra nell’appartamento e scopre il cadavere della donna. E’ stata strangolata.
Maria Martirano è la moglie di un industriale da sempre in cattive acque, il geometra Giovanni Fenaroli, titolare della Fenarolimpresa, che vive a Milano. Chi l’ha uccisa e perché? Gli investigatori si fanno subito un’idea: da tenere d’occhio è proprio lui, Fenaroli, il marito della vittima.
Per quasi due mesi non accade nulla. Ma ad accusare il suo datore di lavoro ecco arrivare il ragioniere della ditta, Carlo Sacchi. Messo sotto torchio dalla polizia Sacchi racconta di aver ascoltato una telefonata tra il suo principale e la moglie. Nella telefonata Fenaroli la avvisava che si sarebbe recata da lei – a ritirare dei documenti molto delicati e compromettenti – una persona di sua fiducia, un tale Raoul. Lei avrebbe dovuto aprirgli con tranquillità e consegnargli quel materiale scottante.
Ma chi è Raoul? E’ Raoul Ghiani, un elettrotecnico, conoscente di Fenaroli.
E il movente dell’assassinio? Una polizza di assicurazione che faceva ricco Fernaroli se la moglie fosse morta, anche di morte violenta.
Ed ecco il castello accusatorio, tutto indiziario, formulato dai magistrati inquirenti: Fenaroli ha bisogno di soldi ed incarica Ghiani di uccidere la consorte. Compenso per il killer: un milione di lire che lo stesso avrebbe trovato in casa della vittima.
Il guaio – per l’accusa – è che Ghiani ha un alibi a prova di bomba, un alibi che – incredibilmente – la polizia riuscirà a demolire.
Ma in questa storia sono tante le prove che non tornano. Come quella dei gioielli che Ghiani – per inscenare la rapina – avrebbe sottratto nella casa di via Monaci e che, nonostante perquisizioni accurate – salteranno fuori nella ditta dove il presunto killer lavorava, soltanto due anni dopo. Chi ha messo i gioielli per farli trovare a chi di dovere?
Una storia squallida di danaro quella che vedrà Ghiani e Fenaroli condannati all’ergastolo in tre diversi giudizi? Oppure – come qualche anno fa ha ipotizzato un valente giornalista come Antonio Padellaro – un intrigo che vede lo zappino dei servizi segreti del generale Giovanni De Lorenzo, quello del Piano Solo?
Un killer a pagamento oppure un altro mistero d’Italia con al centro proprio quei documenti tanto importanti e che Fenaroli voleva?
Il delitto di via Monaci, un mistero ancora tutto da chiarire.




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