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mercoledì 29 giugno 2011

Megafabbriche : Eurofighter

Megafabbriche : Eurofighter


L'Eurofighter e' uno dei jet piu' veloci al mondo. Costruirlo in tre differenti fabbriche poste in tre diversi paesi e' davvero un'impresa che solo i migliori ingegneri riescono a realizzare.

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L'Eurofighter Typhoon, il cui prototipo era designato EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo (Swing Role) con ruolo primario di caccia da superiorità aerea e intercettore, caccia di quarta generazione e mezza, bimotore a getto con ala a delta ed alette canard. È stato progettato e costruito da un consorzio di nazioni europee, costituitosi nel 1983, comprendente anche l'Italia. I primi velivoli di questo tipo sono entrati in servizio, nell'Aeronautica Militare, presso la base aerea di Grosseto, tra le file del 4º Stormo caccia, solo il 20 febbraio 2004.
Il Typhoon adotta una configurazione aerodinamica con ala a delta e alette canard a calettamento regolabile, simile a quella di numerosi altri caccia sviluppati di recente come il Rafale francese o il Gripen svedese. Questa configurazione esalta l'instabilità longitudinale a velocità subsonica e, grazie a un sistema di controllo digitale fly-by-wire della stabilità, garantisce elevata maneggevolezza nel combattimento manovrato a distanza ravvicinata. L'ottima combinazione di agilità e avionica, quest'ultima essendo in grado di garantirgli capacità di EW (Electronic Warfare), lo rendono uno dei più efficienti velivoli correntemente in servizio. Presenta una RCS frontale pari a 0,5 metri quadrati, dunque viene considerato semi-stealth.
Una versione navale dell'aereo per operazioni a bordo di portaerei è stata proposta dal consorzio Eurofighter all'India.

Storia
Inizialmente i membri del consorzio internazionale che avrebbe portato al Typhoon erano Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna. Nel 1985 la Francia, avendo esigenze differenti, ne uscì per sviluppare in proprio il progetto ACX (Avion de Combat Expérimental) che diverrà poi il Rafale.
Il lavoro fu diviso fra i vari paesi: 33% per la British Aerospace, 33% per la DaimlerChrysler Aerospace (DASA) tedesca, 21% per Alenia Aeronautica e 13% per la CASA spagnola. Tuttavia al momento della firma dell'ultimo contratto, le quote furono ridistribuite con 37%, 29%, 20% e 14% rispettivamente.
Il 2 luglio 2002 il governo austriaco annunciò la decisione di acquistare il Typhoon come nuovo velivolo da difesa aerea. Il contratto non fu tuttavia firmato per cause di forza maggiore legate alla politica interna del paese.
L'affare fu concluso un anno dopo per un costo di 943.500.000 € inclusivo di 15 aerei, addestramento di piloti e tecnici, logistica, manutenzione e un simulatore. Il prezzo di un singolo Eurofighter è invece di 62.900.000 €.
Il nome del progetto ha subito numerosi cambiamenti: da EFA (European Fighter Aircraft), Eurofighter, EF2000 e, finalmente, Typhoon.
È uno degli aerei in dotazione all'Aeronautica Militare, che ne ha dichiarato la «capacità operativa iniziale» e lo ha immesso in servizio d'allarme il 16 dicembre 2005. Il primo reparto ad averlo in dotazione è stato il 4º Stormo Amedeo D'Aosta con base a Grosseto, l'arrivo del primo esemplare è avvenuto il 16 marzo 2004; nello stesso giorno il Magg. pil. Picco Daniele è stato il primo pilota dello stormo a pilotare l'Eurofighter, seguito successivamente (il 1º ottobre 2007) dal 36º Stormo Riccardo Helmut Seidl di Gioia del Colle, presso il XII Gruppo CIO. Il Typhoon sostituirà nominalmente gli ultimi F-104S come caccia per superiorità aerea, anche se questi ultimi non sono in realtà più operativi e in parte sostituiti nell'impiego dei Tornado radiati anche questi (nella versione ADV) ottenuti in leasing dalla RAF, e in parte da caccia F16 (anche questi in leasing).

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Segreti Svelati : I Codici Dei Presidenti

Segreti Svelati : I Codici Dei Presidenti


Il team indaga sui codici presidenziali segreti di Thomas Jefferson e su come siano stati in parte responsabili della morte di uno dei piu' grandi esploratori al mondo: Meriwether Lewis.

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Meriwether Lewis (18 agosto 1774 – 11 ottobre 1809) è stato un esploratore statunitense. Fu anche soldato e governatore ma è meglio conosciuto per essere stato a capo della nota "spedizione di Lewis e Clark" la cui missione fu quella di scoprire i nuovi territori della Louisiana del tempo, appena acquistati dalla Francia tramite un accordo.

Biografia
Lewis nacque nella contea di Albemarle, in Virginia, dal capitano George Jefferson, il quale aveva antenati gallesi, e da Lucy Meriwether. All'età di dieci anni si trasferì in Georgia ed in seguito, a tredici anni, venne rispedito in Virginia per ricevere un'educazione da alcuni insegnanti privati. Uno dei tutori fu Parson Maury che era stato in passato insegnante anche di Thomas Jefferson per la durata di due anni. Negli anni '90 del XVIII secolo Lewis si diplomò alla Liberty Hall Academy di Lexington, si unì all'esercito della Virginia e nel 1794 venne spedito a far parte del distaccamento atto a reprimere la cosiddetta "Whiskey Rebellion". Nel 1795 si unì all'esercito regolare, nello stesso distaccamento del suo futuro compagno William Clark, e servì fino al 1801 raggiungendo il grado di capitano.
Nel 1801 Lewis fu nominato segretario privato di Thomas Jefferson. Originariamente avrebbe dovuto procurare informazioni riguardo alla politica tenuta dall'esercito statunitense, ma in seguito rimase coinvolto nella pianificazione della famosa spedizione e fu mandato a Philadelphia dal presidente stesso per fornire istruzioni riguardo alla cartografia ed le osservazioni scientifiche. Lewis partì da Pittsburgh in direzione St. Louis per via fluviale, percorrendo il fiume Ohio, e raccogliendo lungo il tragitto materiali, equipaggiamento nonché personale utile per la spedizione.
Tra il 1804 ed il 1806 la cosiddetta "Corps of Discovery" esplorò migliaia di di chilometri attorno ai bacini fluviali del Missouri e del Columbia cercando un'ipotetica via d'acqua che potesse condurre fino all'Oceano Pacifico. Condividendo la responsabilità di comando con Clark, pur restando tecnicamente l'unico capo-spedizione, Lewis condusse la truppa in salvo attraverso le Montagne Rocciose fino alla costa pacifica, ritorno compreso, con la perdita di un solo uomo, peraltro dovuta ad appendicite. Durante il viaggio Lewis osservò, raccolse e catalogò centinaia di piante ed animali precedentemente sconosciute alla scienza. La spedizione rappresentò il primo punto di contatto con le genti europee per molte tribù di nativi americani. Attraverso dei traduttori ed il linguaggio universale dei gesti Lewis condusse un rudimentale studio etnografico delle popolazioni incontrate e lasciò le basi per un futuro sviluppo economico e commerciale che in seguito assicurò l'egemonia statunitense sui vasti territori interni.
Dopo il ritorno dalla spedizione Lewis ricevette una ricompensa di 1.500 acri di terra (6 km²) e nel 1807 Jefferson lo nominò governatore della Louisiana; fu così che si stabilì a St. Louis. Egli fu un amministratore mediocre, spesso coinvolto in problemi tra piccoli politici locali e non riuscì mai a mantenere un contatto con i suoi superiori a Washington.
Lewis in questi anni conobbe il problema dell'alcolismo che, unito alla depressione, lo portò nel 1809 al suicidio. Questo avvenne in una taverna chiamata Grinder's Stand, situata a 100 km circa da Nashville, durante il suo viaggio, verso Washington dove era chiamato a rispondere del suo recente malgoverno. Ad ogni modo non è mai stato chiarito se si trattò di suicidio, tesi sostenuta dal presidente Jefferson, o di omicidio, tesi sostenuta invece dalla famiglia di Lewis, e l'alone di mistero permane sino ad oggi.
L'esploratore venne sepolto non distante da dove trovò la morte ed è ricordato da un cippo commemorativo lunga la Natchez Trace Parkway.

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martedì 28 giugno 2011

Megafabbriche : Illy

Megafabbriche : Illy


Scopriamo quali sono i segreti di produzione del caffe' illy, e delle strategie adottate per la distribuzione e la diffusione del prodotto, un brand di grande successo ormai noto in tutto il mondo.

Le telecamere del National Geographic sono state ospiti dello stabilimento a Trieste per le riprese del documentario del ciclo “Megafabbriche” dedicato alla illycaffè.
Sono andate alla scoperta della selezione dei chicchi di caffè della migliore qualità e hanno documentato le innovative tecnologie utilizzate durante il processo lavorativo, entrando nei nostri laboratori come ad esempio a AromaLab, dove si studia il profilo aromatico del caffè, gli elementi chimici che lo compongono, le tecniche per valutare la qualità del caffè verde e di quello tostato, fino alle condizioni ottimali del prodotto.
Ma hanno anche visitato la sede di Trieste dell’Università del caffè, il nostro centro di eccellenza creato per promuovere e diffondere la cultura del caffè di qualità, in Italia e nel mondo.

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La Illycaffè S.p.A. è un'azienda specializzata nella produzione di caffè, con sede e stabilimento di produzione a Trieste.

Storia
È stata fondata a Trieste nel 1933 da Francesco Illy (Timişoara, 1892 – Trieste, 1956), di origini ungheresi, condotta quindi dal figlio Ernesto Illy (1925-2008) ed ora è guidata dalla terza generazione della famiglia. L’azienda ha sempre puntato all’eccellenza, facendo della ricerca e dell’innovazione i suoi punti di forza e seguendo tutto l'iter del prodotto, dalla coltivazione alla preparazione nei bar.
Il prodotto di base della Illycaffè è una miscela di caffè di tipo arabica al 100%, confezionata in barattoli pressurizzati con gas inerte per una miglior conservazione dell’aroma. Più della metà della produzione è destinata all’esportazione in più di 140 paesi tutto il mondo.

Il gruppo
"Illycaffè S.p.A." appartiene alla holding della famiglia Illy - la Gruppo Illy S.p.A. - che controlla anche:

Domori (produttore di cioccolato di alta qualità - luglio 2006)
Dammann Frères (casa di the francese con sede a Orgeval nella regione parigina – marzo 2007)
Mastrojanni (azienda vinicola di Montalcino – settembre 2008).

Ha inoltre una partecipazione nell’azienda Agrimontana (società di Borgo San Dalmazzo nel cuneese, leader nella produzione di prodotti di alta pasticceria tra cui marrons glacés e confetture - dicembre 2005).

lunedì 27 giugno 2011

Quando Olivetti Invento' Il PC

Quando Olivetti Invento' Il PC






La Programma 101 della Olivetti, il primo personal computer della storia, era in grado di fare le quattro operazioni e la radice quadrata. Ben lontana dunque dalle prestazioni offerte da pc, mac e Ipad. Rivoluzionaria, però, se confrontata con il suo anno di nascita: il 1962. Per la prima volta un calcolatore poteva essere tenuto sulla scrivania, utilizzato da chiunque e aveva un prezzo relativamente contenuto rispetto agli enormi e quasi inaccessibili computer in vendita fino a quel momento.
Una rivoluzione tutta italiana realizzata, per la Olivetti, dall’ingegnere Pier Giorgio Perotto e dal suo staff di ricerca. Per ripercorrere le tappe di questa invenzione che ha cambiato il mondo, History propone per la prima volta il documentario “Quando Olivetti inventò il pc” .
Il docufilm, prodotto da Zenit Arti Audiovisivi e Les Films D’Ici, propone materiale d’archivio inedito e testimonianze dei protagonisti ed è stato realizzato da Alessandro Bernard e Paolo Ceretto: “Il nostro interesse nei confronti della P101 è nato dopo aver letto un breve articolo che sosteneva che il primo Personal Computer era nato in Italia, all’Olivetti. Da quella lettura e dall’esigenza di raccontare quelle storie che spesso rimangono ai margini siamo partiti con le ricerche: abbiamo contattato i progettisti, ricercato negli archivi, raccolto testimonianze fino a ridefinire i contorni di una storia sconosciuta, appassionante e, per certi versi, incredibile”.
Nel 1962 il gruppo di Perotto mise a punto la Programma 101 per conto dell’azienda di Adriano Olivetti, leader incontrastata nel settore delle macchine da scrivere meccaniche e delle calcolatrici. Una sfida per il mondo intero, un modo diverso di concepire un calcolatore utilizzabile da chiunque e non necessariamente da un tecnico programmatore.
Tre anni dopo, nel 1965, dopo aver subito una pesante crisi finanziaria, la Olivetti presentò la macchina di Perotto al Bema Show di New York, una delle più importanti esposizioni di prodotti per ufficio a livello mondiale, dove riscosse un successo strepitoso. Davanti allo stand italiano si formarono file interminabili e la stampa americana definì il prototipo “the first desk top computer of the world”. In pochi anni vennero piazzati circa 44.000 esemplari in tutto il mondo. La maggior parte degli acquirenti si trovava negli Usa. Nel nostro Paese, infatti, in pochi avevano realizzato il potenziale rivoluzionario del nuovo dispositivo. Forse neanche la stessa Olivetti che continuò a prediligere la strada della meccanica, relegando la 101 a un posto di secondo ordine rispetto agli altri prodotti.
Almeno fino a quando la società statunitense Hewlett Packard acquistò un centinaio di esemplari Olivetti e, poco dopo, violò il brevetto della Programma 101 lanciando sul mercato l’HP9100. Per questo l’HP venne condannata a risarcire l’azienda di Ivrea con 900 mila dollari.


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domenica 26 giugno 2011

Albania Il Paese Di Fronte

Albania Il Paese Di Fronte

Regia di R.Sejko. Il filmato ricostruisce per la prima volta, attraverso le immagini dell'archivio Luce e quelle inedite dell'Archivio Cinematografico Albanese, la storia dell'Albania nell'arco del XX secolo.

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L'Albania (pron.: /alba'nia/) ufficialmente Repubblica di Albania, (IPA [ɾepublika e ʃcipəˈɾisə], Republika e Shqipërisë in albanese, detta anche Shqipëria - letteralmente Paese delle aquile) è uno stato della Penisola balcanica, nel sud-est dell'Europa.
Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo, a est con la Macedonia e a sud con la Grecia; le sue coste si affacciano sul Mar Adriatico (sul Canale d'Otranto) e sullo Ionio.
L'Albania è una Repubblica Parlamentare, l'attuale Primo ministro è Sali Berisha (in carica dal 2005), il Presidente della Repubblica è invece Bamir Topi (in carica dal 2007).
La lingua ufficiale del paese è l'albanese. Gli albanesi chiamano se stessi shqipëtarë (schiptar)

Etimologia
Albania è il nome, in latino medievale, del paese che viene chiamato Shqipëri dai suoi abitanti. In greco bizantino, il nome del paese è Albania, con le sue varianti Albaētia, Arbanētia.
Il termine "Albania", così come altri toponimi europei e mediterranei, ad esempio Alpi e Albione, può avere due possibili etimologie, entrambe plausibili: dalla radice protoindoeuropea *albho-, che indicava il "bianco", oppure dalla radice, sempre protoindoeuropea, *alb-, ovvero "collina".
Nel II secolo a.C., Polibio nelle sue Storie menziona una tribù di nome Arbon nella zone centrali dell'odierna Albania. Gli abitanti di quelle zone venivano chiamati Albanoí e Arbanitai.
Un'altra ipotesi suggerisce che il toponimo derivi dalla tribù illirica degli Albani registrata da Tolomeo, che disegnò una mappa nel 150 molto significativa per la storia dell'Illiria. Questa mappa mostra la città di Albanopolis (situata a nordest di Durazzo), che fu in seguito chiamata Albanon e Arbanon, benché non sia sicuro che si tratti della stessa città.
Una ulteriore ipotesi è quella che considera il toponimo come derivato dalla Albània Caucasica nella vecchia Armenia, all'incirca corrispondente con il territorio dell'attuale Azerbaijan e Dagestan meridionale.
Nelle sue Storie scritte nel 1079–1080, lo storico bizantino Michael Attaliates fu il primo a riferirsi agli Albanoi per aver preso parte ad una rivolta contro Costantinopoli nel 1043, e agli Arbanitai, come popoli assoggettati dal duca di Dyrrachium.

Lingua ufficiale e minoranze linguistiche
La lingua ufficiale è l'albanese (nome nativo Gjuha Shqipe /ˈɟuˌha ˈʃciˌpɛ/), una lingua parlata da oltre 6 milioni di persone principalmente in Albania (3.350.000), Kosovo (2.500.000), Macedonia (750.000), Grecia (160.000 nel 2000-2002[senza fonte]) e Montenegro (70.000).
L'albanese costituisce un gruppo a parte della famiglia linguistica indoeuropea. Alcuni studiosi suggeriscono che sia l'unico sopravvissuto del gruppo illirico parlato un tempo nella penisola sud-occidentale dell'Europa. Altri suggeriscono che possa essere imparentato più con l'antico daco, un tempo parlato in Mesia e in Dacia.
Una piccola parte della popolazione dell'estremo sud parla il greco. Una minoranza linguistica nell'est parla il macedone, e un'altra minoranza linguistica nel nord-ovest parla il serbo (dialetto iekavo). Le lingue straniere più conosciute sono l'italiano, l'inglese, il greco, il tedesco e il francese.

Etnie
Composizione etnica (secondo una stima del 1989):

Albanesi: 95%
Greci: 3%
Altri 2%: Serbi, Macedoni, Bulgari, Montenegrini.

Secondo altri studi, nel 1989 la popolazione vivente in Albania di origine greca oscillava dal 1% (statistiche ufficiali del governo albanese) al 12% (statistiche di una organizzazione greca).Esistono inoltre altre minoranze quali i bosniaci musulmani, gli Ashkali detti anche Egiziani albanesi, i Valacchi (o Arumeni), i Gorani, e i Rom. Vi sono anche una piccola comunità armena, e una ebraica a Tirana.
La diaspora albanese vanta una tradizione secolare e riguarda molti Paesi e in particolare l'Italia, e in anni più recenti, la Grecia. Si calcola che la più antica migrazione fu quella che riguardò un cospicuo gruppo di persone della comunità Arbëreshë, i cui discendenti vivono ancora oggi in alcune regioni del sud Italia (Puglia, Molise, Calabria, Sicilia).

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lunedì 20 giugno 2011

Gangster a 4 Ruote

Gangster a 4 Ruote


Gangster a 4 ruote Scopriamo quali erano le automobili che venivano utilizzate dai gangster del passato. Quali sono invece le auto usate oggi?

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Gli Orrori Del Comunismo

Gli Orrori Del Comunismo



Questa è la storia della potenza alleata che aiutò i Tedeschi a perseguitare gli Ebrei e che organizzò campagne di sterminio del suo stesso popolo su scala industriale. Il 9 maggio 1945 questa potenza trionfò insieme all’Occidente sull’orrore nazista. Per salvaguardare la “ragion di stato” i suoi crimini furono occultati, e parlare delle sue atrocità divenne un tabù. E la vera storia di questo regime sanguinario non fu mai più raccontata per intero. Fino ad oggi…
Dopo dieci anni di ricerche e due di riprese, il registra Edvins Snore presenta un’inedita rilettura della storia sovietica recente. Attingendo a interviste con storici ed esperti e ai racconti dei testimoni e delle vittime che hanno vissuto sulla propria pelle gli orrori del comunismo, il documentario scava sotto la coltre dei segreti e esamina l’eredità che questi lunghi anni di storia hanno lasciato all’Europa di oggi.
Gli orrori del comunismo esamina l’alleanza tra le SS e il KGB, la Grande Carestia in Ucraina e il massacro di Katyn, e visita il campo di sterminio di Magadan, in Siberia, in cui il KGB effettuava esperimenti sui prigionieri. Il film inoltre presenta per la prima volta dei filmati nazisti che mostrano l’intesa tra Unione Sovietica e Germania nazista nel lancio della II Guerra Mondiale e foto mai rivelate al pubblico scattate da Heinrich Hoffmann, il fotografo personale di Hitler.

Lo Squalo Dagli Occhi di Ghiaccio

Lo Squalo Dagli Occhi di Ghiaccio


Una volta all'anno, lungo la costa settentrionale del Golfo d'Alaska, migliaia di squali si radunano per dare la caccia ai milioni di salmoni che tentano di raggiungere i luoghi di riproduzione.

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Lo squalo salmone, Lamna ditropis, è uno squalo della famiglia Lamnidae distribuito nelle acque fredde dell'Oceano Pacifico settentrionale, dall'Alaska al Mare di Bering fino al Giappone. L'habitat è rappresentato dalle acque della zona pelagica, dalla superficie ai 200 metri di profondità.

Descrizione
Gli adulti possono raggiungere i 3 metri di lunghezza ed i 250kg di peso, nonostante siano stati pescati esemplari più grandi. Le dimensioni delle femmine sono generalmente maggiori rispetto a quelle dei maschi. La colorazione dorsale varia dal nero al grigio-bluastro, mentre il ventre è bianco. Attivo, veloce e aggressivo, lo squalo salmone è un predatore perfettamente adattato al proprio habitat grazie alla cosiddetta rete mirabilis, una griglia di vene e vasi sanguigni che gli consente di alzare fino a 10 °C la temperatura corporea. Si nutre principalmente di pesci come tonni, aringhe e salmoni (da qui il nome anglosassone "salmon shark"). È una specie ovovivipara e le femmine (che raggiungono la maturità sessuale intorno agli 8 anni di vita) danno alla luce dai 2 ai 6 piccoli dopo una gestazione di 9 mesi.Sebbene questo squalo non faccia parte del commercio legato a carne e pinne, viene spesso catturato accidentalmente dai pescatori di salmoni e dai praticanti della pesca sportiva.

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domenica 19 giugno 2011

Delitti : Il Mistero Dell'olgiata

Delitti : Il Mistero Dell'olgiata


Dopo 20 anni il giallo dell'Olgiata sembra risolto. L'esame del DNA inchioda il maggiordomo filippino che prima confessa e poi ritratta e lascia molte domande ancora senza risposta.

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Con delitto dell'Olgiata si intende un caso di omicidio avvenuto il 10 luglio 1991 in una villa dell'Olgiata, una zona esclusiva situata a nord di Roma, a danno di una nobildonna, la contessa Alberica Filo della Torre.
Per tanti anni il caso è rimasto irrisolto,soprattutto a causa della scarsa accuratezza delle indagini.
A distanza di venti anni, nel 2011, la prova del DNA ha identificato in un cameriere filippino ex-dipendente, Manuel Winston, il colpevole, che ha confessato l'avvenimento il 1º aprile 2011.

La Contessa Alberica Filo della Torre
Donna ricca appartenente alla buona società romana, la contessa della Torre era, al tempo del delitto, sposata da dieci anni col costruttore Pietro Mattei e madre di due figli. La donna si trovava nella sua abitazione quella mattina a Lavilla 28/A, isola 106 dell'Olgiata col marito, i figli Manfredi e Domitilla, due domestiche filippine, tra cui Violeta Alpaga, colei che rinverrà il cadavere di Alberica, la babysitter inglese Melanie e quattro operai che stavano preparando l'abitazione per la festa d'anniversario di nozze dei coniugi Mattei che doveva tenersi proprio quella sera. La donna aveva quarantadue anni al momento del decesso.

I fatti
Tra le 07.00 e le 07.30 la villa comincia ad animarsi: la cameriera comincia a preparare il giardino per la festa della sera, mentre gli operai, sotto le direttive di Mattei, sistemano il barbecue.
Nel frattempo si svegliano anche la contessa e i due bambini, secondo quando riporta la cameriera Alpaga infatti, è lei stessa a portare la colazione alla donna verso le 07.45 prima di tornare in cucina.
Sempre secondo la teste, la contessa scenderà al piano di sotto verso le 08.30 per poi rientrare in camera sua un quarto d'ora più tardi. Dalla sua stanza la contessa non uscirà viva.
Verso le 09.15 la domestica e la piccola Domitilla bussano una prima volta alla porta della signora ma non ottengono risposta, la stanza risulta chiusa dall'interno.
Più tardi, verso le 10.30-11.00 secondo il racconto di Violeta Alpaga, lei e la bambina tornano a bussare alla camera ma, anche stavolta, senza risultati, neanche facendo ricorso al telefono interno. Trovata una seconda chiave le due finalmente entrano nella stanza e rinvengono il corpo della donna riverso verso terra, con le braccia aperte in una posizione di resa e con la testa avvolta in un lenzuolo insanguinato; la stanza presentava tracce ematiche ovunque: sulla moquette, sul muro e sulla camicia da notte della vittima.
Avvertite le forze dell'ordine i primi ad arrivare sono i carabinieri circoscrizionali, seguiti da quelli del nucleo operativo. Sono le 12.00-12.30 circa. Tra i primi ad arrivare c'è anche un funzionario dei servizi segreti civili italiani, allora denominati SISDE, Michele Finocchi.
Il caso verrà affidato al PM Cesare Martellino ed al suo collaboratore Federico De Siervo.

Le indagini
Si scopre subito che la contessa è stata prima tramortita con un colpo da corpo contundente, si ipotizzerà uno zoccolo anche se la presunta arma non verrà mai ritrovata, e successivamente uccisa mediante strangolamento visto che sul collo erano visibili i segni bluastri delle mani dell'assassino.Dalla stanza risulteranno mancare alcuni gioielli ma, visto che il grosso dei preziosi non era stato toccato, tra l'altro sul polso della vittima era ancora presente un orologio d'oro non si ipotizzò il movente della rapina. Piuttosto gli inquirenti si concentrano inizialmente sull'ipotesi del delitto passionale: il colpo inferto al capo ed il successivo strangolamento erano infatti compatibili con un raptus omicida, ma l'idea è destinata a morire nel giro di una giornata.Per i carabinieri, invece, l'assassino doveva essere qualcuno che la vittima conosceva e di cui si fidava, qualcuno in grado di entrare nella villa, nonostante l'affollamento di quella mattina, e muoversi pressoché indisturbato.
Col marito della vittima che si trovava già in ufficio durante il delitto i primi sospetti si incentrano su Roberto Jacono, figlio dell'insegnante di inglese dei bambini di casa Mattei, un giovane con alcuni problemi psichici che viene inquisito per alcune macchie di sangue rinvenute sui suoi pantaloni; sarà l'esame del DNA a scagionarlo.
Dopo Jacono i sospetti si spostano su di un cameriere filippino licenziato poco tempo prima, Manuel Winston, anche lui scagionato con la prova del DNA.
Nell'autunno del 1991 visto che le indagini sembrano essersi arenate il PM decide di mettere il caso in stand-by.
Nell'ottobre del 1993 uno scandalo che coinvolge anche l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il cosiddetto scandalo SISDE, riporta in auge il delitto dell'Olgiata: ci si ricorderà allora che l'attuale indagato per costituzione di fondi privati tramite i fondi del SISDE, Michele Finocchi, era stato uno dei primi a giungere sul luogo del delitto. Per il magistrato Martellino l'ex 007, ora latitante, era lì per questioni di soldi.La pista sembra promettente: volando a Zurigo, infatti, il PM scopre e sequestra sei conti bancari intestati ad Alberica contenenti svariati miliardi; somme troppo elevate pure per una famiglia benestante come i Mattei che ricchi lo erano ma non fino a quel punto. Successivamente si scopre anche che la contessa era intenzionata a divorziare dal marito, reo di avere un'amante, ed il costruttore Pietro Mattei finisce sotto i riflettori; l'insuccesso però frustra di nuovo le ambizioni degli inquirenti: il vestito di Mattei risulta negativo al test del DNA ed il suo alibi regge (un barista conferma di averlo visto entrare nel suo bar poco dopo le otto del mattino.
Nel 1996 arriva un nuovo procuratore aggiunto per occuparsi del caso: Italo Ormanni. Gli investigatori tramite le rogatorie finanziarie internazionali cercano di venire a capo dell'intricato assetto di conti finanziari intestati alla contessa che portano a scoprire ingenti trasferimenti di denaro dalla Svizzera al Lussemburgo ma le indagini si fermano anche su questo versante.
Nel 2004 il caso viene riaperto con l'ingresso nella vicenda dell'ultimo personaggio sinora noto: Franklin Yung, un imprenditore di Hong Kong, amico di famiglia, che risiedeva poco distante il luogo del delitto e che conosceva assai bene la villa. Inoltre rivedendo gli esami autoptici si scopre che la contessa è morta per una particolare forma di soffocamento provocata dalla pressione di un dito sulla carotide,una tecnica tipica delle arti marziali di cui Yung è esperto, ma anche questa pista non porterà a nulla. Il Caso viene definitivamente archiviato nel giugno del 2005.
Nel Gennaio 2007 però il procuratore Ormanni accoglie un'istanza di Mattei per rivedere alcune prove alla luce delle nuove tecniche investigative: il caso viene riaperto.Nel Giugno 2008 gli esami portano ad individuare tracce di sangue su di un fazzoletto rinvenuto sul luogo del delitto che non appartiene ad alcuno dei precedenti sospettati ai quali si aggiungono nel giugno 2009 alcune nuove dichiarazioni da parte di un'amica della contessa, la signora Lisa Marianne Jorgensen, la quale afferma che poco prima di morire la vittima le aveva rivelato di esser preoccupata dal fatto di esser spiata da uno sconosciuto ed inoltre la Jorgensen rivela anche che poco tempo addietro la signora della Torre aveva rifiutato a Franca Senapa, madre di Jacono, un prestito e che tale rifiuto era terminato con un'accesa discussione.
Il GIP Cecilia Demma decide la riapertura delle indagini quello stesso mese.
L'anno seguente il PM Francesca Loy, che si occupa del caso, affida al RIS il compito di analizzare l'orologio, che la contessa aveva al polso al momento del decesso, ed il lenzuolo alla ricerca di tracce di DNA dell'assassino.
Dopo qualche mese il legale di Mattei chiede al PM l'acquisizione agli atti di un'agenda segreta della contessa che, a suo dire, potrebbe contenere nomi illustri.
Il 26 novembre 2010 accade un nuovo fatto che riporta il delitto alla ribalta, un'amica della vittima, tal Emilia Parisi Halfon, si presenta volontariamente al nucleo operativo dei carabinieri per consegnare un telefono cellulare che, secondo la donna, apparteneva alla sfortunata contessa. La donna sostiene che il telefono le è stato consegnato dal marito della contessa Della Torre, il quale, all'epoca, l'aveva pregata di tenerlo nascosto.
Il 29 marzo 2011 la prova del DNA su nuovi reperti accerta la colpevolezza in modo definitivo, secondo gli inquirenti, del cameriere filippino licenziato poco tempo prima del delitto e inizialmente sospettato, Manuel Winston, che ha confessato il 1° aprile.

Stranezze
Molti sono i piccoli "gialli" che hanno contornato questo delitto:

La baby sitter dichiarò di esser andata a lavare un costume intorno alle nove, la cosa risultò strana agli inquirenti che fecero un test sulla macchina ma risultò negativa ai residui di sangue.

La domestica Violeta Alpaga dichiarò che la piccola Domitilla ebbe l'idea di far scendere la contessa per farle vedere un tostapane che non funzionava, la bambina interrogata a tal proposito negò però di aver avuto tale idea.

Michele Finocchi, agente del SISDE, è assiduo frequentatore della villa ed è uno dei primi ad arrivare sul posto. La notizia diverrà strana due anni più tardi quando si renderà latitante a seguito dello scandalo dei fondi neri del servizio segreto civile unito ai sei conti correnti svizzeri intestati alla contessa, i quali contenevano svariati miliardi di lire. Si ipotizzò un collegamento coi fondi sottratti al servizio,e che questo fosse il motivo della presenza di Finocchi la mattina del delitto.

Il giallo del vestito: gli operai dichiararono che quella mattina Mattei aveva un abito blu, ma un suo collega affermerà che il vestito era sicuramente di altro colore quando l'uomo arrivò in ufficio,lo stesso ha giurato il giardiniere: Mattei uscì con un vestito e rientrò con un altro.Anche l'amante di Mattei confermò questo cambio d'abito e, addirittura, inviò il vestito che Mattei portava quel pomeriggio agli inquirenti, ma risultò negativo alle tracce di sangue.

Il telefono cellulare, apparso nella vicenda nel 2010, non dovrebbe, a detta degli inquirenti, portare a risvolti clamorosi nell'inchiesta visto che non è possibile controllare le chiamate dopo molti anni, tuttavia resta il mistero sul perché il marito della vittima abbia chiesto ad un'amica di tenerlo nascosto agli investigatori all'epoca dei fatti.

La vicenda Bruno Vespa
Nel 2009 Bruno Vespa viene condannato a mille euro di multa per diffamazione nei confronti di Pietro Mattei, con sentenza definitiva della Cassazione, per una puntata del suo programma televisivo "Porta a Porta" risalente al 2002 in cui Vespa accostava Mattei all'omicidio per i presunti fondi neri del SISDE e per evitare il divorzio dalla moglie che aveva scoperto che il marito aveva un'amante, la quale aveva anche fornito alcuni elementi (il famoso vestito) agli inquirenti. Mattei rimarrà comunque il principale sospettato fino alla confessione del domestico.

sabato 18 giugno 2011

The Kennedys : Video di Famiglia

The Kennedys : Video di Famiglia




Nonostante la notorieta' dei Kennedy, molti dei loro momenti piu' intimi sono stati nascosti al grande pubblico. Grazie ad alcuni video privati, scopriamo il lato meno conosciuto di questa famiglia.

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martedì 14 giugno 2011

I Cannibali Delle Ande : La Vera Storia

I Cannibali Delle Ande : La Vera Storia
Una nuova e inedita prospettiva sulla storia dei 16 sopravvissuti allo schianto aereo sulle Ande. Nando Parrado, uno dei protagonisti della triste vicenda, racconta la sua verita'.

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Con l'espressione "disastro aereo delle Ande" ci si riferisce all'incidente aereo avvenuto sulla Cordigliera delle Ande il 13 ottobre 1972 e ai drammatici avvenimenti successivi fino al salvataggio dei sopravvissuti alla vigilia di Natale dello stesso anno; nell'incidente e nel periodo seguente persero la vita 29 persone mentre sopravvissero in 16.

I primi giorni
Delle 45 persone a bordo, dodici morirono nell'impatto: o perché catapultati fuori dall'aereo dopo la perdita della coda, o per la violenza dell'impatto, o (come accadde a uno di loro) perché, sbalzato fuori dal di dietro dell'aereo durante la scivolata, scendendo il pendio nel tentativo di raggiungere l'aereo scivolò sulla neve fresca e ruzzolò a valle. Altri cinque morirono nella giornata e un altro morì il giorno successivo. Molti dei sopravvissuti avevano gambe e braccia rotte e nessuno aveva vestiti adatti per resistere a quelle temperature. I primi soccorsi vennero prestati da due passeggeri, studenti universitari di medicina, (peraltro ancora inesperti), che però non disponevano di alcun materiale medico e poterono solo consigliare ai feriti di mettere gli arti fratturati nella neve, in modo da cercare di alleviare il dolore e limitare il gonfiore.
Fu incredibile quanto accadde a uno degli eroi della vicenda, uno dei due giovani che avrebbero partecipato alla spedizione alla ricerca di aiuto, Nando Parrado: creduto morto, venne lasciato per tutta la prima notte all'addiaccio per poi scoprire il giorno dopo che era ancora vivo. Per sopravvivere al freddo della notte i sopravvissuti alzavano ogni sera una precaria barriera fatta di valigie per chiudere la fusoliera dell'aereo nella parte posteriore squarciata che dava verso la salita del pendio.

Cibo e acqua
Durante i primi giorni i sopravvissuti consumarono gli snack che erano presenti a bordo dell'aereo: cioccolato, caramelle e biscotti. Dopo i primi giorni, nei quali i sopravvissuti si dissetarono succhiando direttamente la neve, constatato che questo provocava disturbi intestinali, l'acqua venne ricavata lasciandola sciogliere utilizzando lamiere di alluminio, ricavate dall'interno dei sedili, come specchi ustori per incanalare il calore del sole. In seguito venne organizzato un rigido razionamento del cibo, in modo da farlo durare il più a lungo possibile. Terminate le ultime razioni e dopo aver appreso, da una radiolina a transistor che avevano a bordo, che le ricerche erano state interrotte, i sopravvissuti furono costretti dalle circostanze, non senza dubbi, eccezioni e ripensamenti, a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti, che erano stati sepolti nella neve vicino all'aereo..............

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Autobomba

Autobomba


L'ex agente della CIA Robert Baer racconta la storia della più micidiale arma del nostro tempo: le autobomba. E grazie ai suoi contatti, Baer intervista su questo tema membri del movimento sionista Stern Gang, dell'IRA, della mafia e di Hezbollah.

EPISODI :

PARTE 1 CLICCA QUI
PARTE 2 CLICCA QUI

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La tecnica dell'autobomba (ingl. car-bomb), consiste nell'impiego di una macchina imbottita internamente di materiale esplosivo (per es. il tritolo), la cui detonazione viene di solito realizzata attraverso un telecomando a distanza.

Storia
Originariamente utilizzata negli anni sessanta-settanta dal terrorismo mediorientale (in particolare in Libano e a Beirut), l'autobomba aveva inizialmente dei rudimentali meccanismi di detonazione, come quello che veniva collegato al sistema di accensione del motore della vettura. Questa tecnica è stata ripresa e perfezionata da svariate associazioni criminali sud-americane ed europee, in particolare dalla mafia, con particolare rilievo nelle stragi che hanno provocato la morte di Rocco Chinnici e Paolo Borsellino,e nell'attentato contro Carlo Palermo nella Strage di Pizzolungo. Sempre a Cosa nostra sono attribuite le autobombe utilizzate per la strage di via dei Georgofili e di via Palestro.
Negli ultimi anni ha preso vigore, soprattutto in Iraq e a Bagdad, la tecnica terroristica dell' "autobomba-suicida", in cui il telecomando viene sostituito da un "autista-kamikaze", che conduce la vettura carica di esplosivo fino a provocarne la detonazione nei pressi dell'obiettivo prefissato.Un terribile esempio ne è il camion-cisterna guidato da due kamikaze, utilizzato contro la missione militare italiana nella strage di Nassiriya del 2003.

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lunedì 13 giugno 2011

Criminali e Trafficanti Di Droga : Pablo Escobar

Criminali e Trafficanti Di Droga : Pablo Escobar




Gli archivi segreti di Pablo Escobar, il piu' ricco e potente tra i contrabbandieri di droga mai esistito.

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Pablo Emilio Escobar Gaviria (Rionegro (Antioquia), 1º dicembre 1949 – Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale colombiano.
Conosciuto anche come El Patrón, El Doctor o El Màgico, fu il celebre signore della droga colombiana, e divenne tra i più ricchi uomini al mondo grazie allo spaccio di cocaina negli Stati Uniti e in altri paesi.

Biografia
Primi anni
Escobar iniziò quella che sarebbe diventata una delle carriere criminali più brillanti della storia come un adolescente ladro di macchine nelle strade di Medellín, Colombia. Poi si spostò verso il business della cocaina e cominciò a costruire un enorme impero della droga durante gli anni settanta. Durante il suo apogeo, pare che guadagnasse fino a 50 milioni di dollari al giorno.
Nel corso degli anni ottanta, Escobar divenne conosciuto a livello internazionale a mano a mano che la sua rete di droga acquistava notorietà; si dice che El cartel del Medellín controllasse una vasta fetta delle droghe che entravano in Messico, Porto Rico, e nella Repubblica Dominicana, con la cocaina proveniente per lo più da Peru e Bolivia, dal momento che la cocaina colombiana era inizialmente di qualità inferiore. La droga di Escobar raggiunse molte altre nazioni, la maggior parte attorno alle Americhe, anche se pare che la sua rete si estendesse addirittura fino in Asia.
Escobar corruppe un numero incalcolabile di ufficiali governativi, giudici e altri politici, e spesso uccideva personalmente i gregari che si rifiutavano di collaborare. Corruzione e intimidazione caratterizzarono il sistema colombiano durante l'apogeo di Escobar. Egli praticava un'efficace, infallibile strategia nota come plata o plomo (in Spagnolo letteralmente soldi o piombo), che consisteva nel proporre una triste alternativa: "o accetti i soldi o muori". Escobar fu responsabile della morte di tre candidati Colombiani alla presidenza, tutti concorrenti alle stesse elezioni, così come fu responsabile del bombardamento del volo Avianca 203 e di un edificio della sicurezza di Bogotà nel 1989. Alcuni analisti ipotizzano che egli fosse coinvolto nell'attacco alla Corte Suprema Colombiana del 1985 da parte delle guerillas di sinistra, che portò all'uccisione di metà dei giudici della Corte. Il Cartel de Medellín fu anche coinvolto in una sanguinosa guerra di droga col suo principale rivale, il Cartel de Calí, per tutta la durata della sua esistenza.

Il successo
Quando il suo impero raggiunse la massima espansione, Forbes Magazine stimava che egli fosse il settimo uomo più ricco del mondo, controllando l'80% della cocaina del mondo e il 30% delle armi illecitamente circolanti. La sua organizzazione possedeva flotte di aerei, navi, veicoli costosi, così come ricche proprietà e vasti appezzamenti di terreno. Le stime indicano che il cartello di Medellín incassasse 25 miliardi di dollari l'anno al suo momento più alto.
Benché fosse un nemico degli Stati Uniti e del governo della Colombia, Escobar era un eroe per molti abitanti di Medellín; egli si trovava a suo agio nelle relazioni con il pubblico e lavorava per creare benessere tra i poveri Colombiani. Fanatico degli sport, fece costruire stadi di calcio e sponsorizzava piccole squadre della città. Lavorava duro per coltivare la sua immagine di Robin Hood e non di rado distribuiva denaro ai poveri. La popolazione di Medellín spesso lo aiutava fornendo nascondigli, nascondendo informazioni alle autorità, o facendo qualunque cosa che potesse proteggere Escobar.

Gli anni novanta e la caduta
Nel 1991, Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane per evitare l'estradizione negli Stati Uniti o peggio l'assassinio da parte del cartello rivale. Escobar fu "imprigionato" nella sua prigione privata di lusso, La Catedral, che gli fu permesso di costruire come ricompensa per il suo essersi costituito. Aveva infatti negoziato un accordo con il governo colombiano, che prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione privata, e gli garantiva nessuna estradizione negli Stati Uniti. In realtà, la sua "prigione" somigliava di più a una lussuosa fortezza, e lui inoltre mostrava ben poco rispetto per l'accordo, essendo stato visto più volte al di fuori de La Catedral: alle partite di calcio, a fare shopping in centro a Medellín, alle feste, e in altri luoghi pubblici. Dopo che un articolo apparve sulla stampa locale, mostrando foto della sua "cella" piena di ogni comfort, e rivelando che Escobar aveva fatto uccidere molti suoi soci in affari che erano andati a trovarlo a La Catedral, l'opinione pubblica obbligò finalmente il governo ad agire. Quando un ufficiale del governo tentò di spostare Escobar in un'altra prigione il 22 luglio 1992, egli scappò, avendo paura di essere estradato negli Stati Uniti.
Nel 1992, gli operatori della US Delta Force (e poi anche quelli della Navy SEALs) ingaggiarono una caccia all'uomo. Essi addestrarono e guidarono una speciale task force di polizia colombiana, nota come il Search Bloc, creata apposta per localizzare Escobar e consegnarlo alla giustizia. Dopo, con l'acuirsi del conflitto tra Escobar e i governi Colombiani/USA, il numero dei suoi nemici cresceva, e un gruppo conosciuto come Los Pepes (i perseguitati da Pablo Escobar e suoi precedenti complici) iniziò una sanguinosa campagna nella quale più di trecento affiliati/parenti di Escobar furono uccisi e gran parte delle loro proprietà distrutte. Alcuni osservatori affermano che i membri del Search Bloc e delle intelligence statunitensi/colombiane, nei loro sforzi per punire Escobar, fossero collusi con Los Pepes o comunque coordinassero le attività del Search Bloc e dei Los Pepes. Questo coordinamento sarebbe stato raggiunto tramite la condivisione delle informazioni di intelligence, per permettere ai Los Pepes di smontare la montagna organizzativa che proteggeva Escobar e i suoi pochi alleati rimasti. Tutto ciò porta a discutere circa il ruolo che gli Stati Uniti hanno giocato nel raccogliere informazioni di intelligence, poiché parte di queste informazioni furono poi utilizzate dai Los Pepes nelle loro azioni di giustizia sommaria.
Ad ogni modo, la guerra contro Escobar terminò il 2 dicembre 1993, quando egli cercò di eludere il Search Bloc un'ennesima volta. Utilizzando la tecnica della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, una squadra colombiana di sorveglianza elettronica trovò che Escobar si nascondeva in un quartiere borghese di Medellín. Ci fu una sparatoria tra Escobar e il Search Bloc. Alcuni credono che gli Stati Uniti abbiano impiegato tiratori scelti dei corpi speciali.[senza fonte] Anche se la dinamica esatta della morte di Escobar è stata oggetto di dibattito, è certo che fu costretto a scappare sui tetti delle case, dove fu colpito alla gamba, alla schiena e fatalmente dietro l'orecchio.
Dopo la morte di Escobar, il Medellìn Cartel si frammentò e il mercato della cocaina presto divenne dominato dal rivale Cartel de Calí, fino alla metà degli anni novanta quando anche i suoi leader furono uccisi o catturati.

Dubbi sulla morte
La morte di Escobar ha sollevato dubbi sul suo svolgimento:

la famiglia sostiene che, rendendosi conto di non avere scampo, si sia orgogliosamente sparato (non è stata effettuata nessuna perizia balistica, quindi questa voce non è stata mai smentita);
alcuni sostengono che possa aver pagato una grossa somma di denaro ad un civile (e quindi alla sua famiglia) a cui rimaneva poco da vivere per fingersi lui e farsi uccidere al suo posto. Dopotutto il volto del cadavere aveva molte differenze con l'aspetto conosciuto del trafficante;
alcuni sostengono che il colpo fatale non fu sparato da agenti del Search Bloc, ma da un cecchino della Delta Force.

Curiosità
La caccia a Escobar è stata documentata da Mark Bowden nel libro: Killing Pablo (ed. inglese).

Nel videogioco Grand Theft Auto: Vice City l'aeroporto internazionale della città è ironicamente battezzato Aeroporto Internazionale Escobar.

Nella pellicola cinematografica Blow del 2001, Pablo Escobar è interpretato da Cliff Curtis.


sabato 11 giugno 2011

Tabu' : Lavori Sporchi

Tabu' : Lavori Sporchi
Molti lavori sono pesanti, ma alcuni sono cosi' disgustosi o pericolosi che davvero poche persone sono capaci e se la sentono di farli. Un esempio? Chi ripulisce la scena di un delitto.

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La decomposizione (anche detta, impropriamente, putrefazione) è il processo di disfacimento dei corpi (o di parte di essi) di organismi precedentemente viventi, che si scompongono nelle forme più semplici della materia dopo la morte.
La scienza che studia la decomposizione è generalmente denominata tafonomia.
Il fenomeno ha rilevanza per l'uomo anche sotto l'aspetto sanitario e della nutrizione, poiché l'uomo si alimenta di carni di animali morti, anch'esse quindi soggette a decomposizione.

Il processo di disfacimento
È comune opinione degli studiosi che la decomposizione cominci al momento della morte, immediatamente dopo di essa, anche se la visibilità esterna dei suoi effetti sia relativamente successiva.
In questa fase la decomposizione è causata principalmente da due fattori: autolisi (la suddivisione dei tessuti dai propri prodotti chimici interni del corpo ed enzimi) e putrefazione propriamente detta (scissione degli elementi costitutivi dei tessuti operata dai batteri).
Questi processi rilasciano gas che sono la causa principale dell'odore caratteristico dei corpi morti. Tali gas possono presentare nella loro composizione una rilevante percentuale di metano, magnesio e potassio, miscela che talvolta può innescare una fiammata al contatto con l'aria, nel noto inquietante fenomeno del fuoco fatuo.

Fattori che influenzano la decomposizione
La rapidità ed il modo in cui un corpo umano o animale si decompone sono influenzati da un certo numero di fattori.

Per grado di importanza approssimativamente decrescente, tali fattori includono:

Temperatura, umidità, siccità, pioggia
Intervento di insetti o di carnivori o di roditori
Eventuale sepoltura e profondità della stessa
Eventuale imbalsamazione
Dimensione corporea e peso
Superficie di giacitura dei resti del corpo


Gli agenti decomponenti biologici
Insetti ed altri animali sono tipicamente gli agenti principali della decomposizione, posto che il corpo sia loro accessibile. Gli insetti più importanti che sono tipicamente coinvolti nel processo includono i sarcofagi (Sarcophagidae) ed i calliforidi (Calliphoridae).
La temuta mosca color verde-bottiglia (la cosiddetta "mosca metallica") che si vede d'estate, è una calliforida; in realtà essa depone le sue uova bianche su qualunque carne viva o morta esposta (priva di pelle), e la sua asserita preferenza è solo illusoria, poiché gli animali vivi possono scacciarla ed essa non può agire su di essi come farebbe su un cadavere.
Ben più precisi e determinati sono invece i bigattini, vermiformi bianco-giallognoli ben noti ai pescatori, che li usano come esche. Questi sono in grado, in climi con temperature calde, di contribuire alla completa distruzione delle parti non ossee in tempi sorprendentemente rapidi, grazie anche alla loro capacità riproduttiva impressionante per rapidità e proporzioni.(Nota: i cosiddetti bigattini altro non sono che le larve apode dei calliforidi e di altri ditteri)
Altri animali come i coyote, le jene, gli avvoltoi, i cani, i lupi, le volpi, i gatti, i ratti ed i topi possono nutrirsi di un corpo morto se lo trovano. Alcuni fra questi, inoltre, ne rimuoveranno e spargeranno le ossa.

Le tecniche di contrasto
Stanti motivazioni che fanno parte di un istinto generale ed innato dell'Uomo che comprende anche le riflessioni razionali ed irrazionali sulla morte, la decomposizione è vista dall'uomo come un fenomeno temuto e terribile. Uno degli istinti innati, comune anche ad altri mammiferi, è l'immediata repulsione alla vista ed all'olfatto di cadaveri decomposti (con accessi di somatizzazione che includono la nausea ed il vomito).
Una delle pratiche funebri più note, la cremazione, sottrae il cadavere alla decomposizione ordinaria più deterministicamente decomponendolo con l'azione della combustione, che ne scinde ugualmente le molecole, ma per effetto del fuoco e rapidamente.
Un altro dei modi scoperti dall'Uomo per contrastare il processo decompositivo, è l'imbalsamazione, che lo ritarda, ma non lo arresta indefinitamente. Gli imbalsamatori, del resto, tipicamente attribuiscono la loro maggiore attenzione alle parti del corpo più in vista, come la faccia e le mani, talvolta non curandosi di altre parti, o addirittura rimuovendo le parti molli come l'intestino e gli altri visceri (l'eviscerazione è in realtà anche una pratica seguita presso molti popoli con finalità e ritualità religiose).
I prodotti chimici usati nell'imbalsamazione respingeranno la maggior parte degli insetti e ritarderanno il processo di putrefazione batterica, ma non conserveranno un corpo indefinitamente.
In ambienti sufficientemente asciutti, un corpo imbalsamato può conservarsi in stato di mummia per tempi anche considerevoli.
Dalla scoperta che il congelamento del cadavere rallenta l'azione della maggior parte delle forme viventi capaci di aggredirlo si è sviluppata la tecnica dell'ibernazione, che per taluni sarebbe applicabile anche a corpi vivi senza causarne la morte.

I tempi di scheletrificazione
Notoriamente le componenti ossee del corpo sono le ultime a decomporsi, dunque lo scheletro è quanto spesso si ritrova di una salma a seguito della riesumazione.
Il tempo necessario perché un corpo umano si riduca ad uno scheletro può variare notevolmente. Normalmente il corpo di un adulto sepolto in terreno ordinario senza una bara richiede dieci-dodici anni per decomporsi ad uno scheletro, in un clima temperato. Immergendo il corpo in acqua, la scheletrificazione accade circa quattro volte più velocemente; esponendo il cadavere all'aria aperta, otto volte più velocemente.
Lo scheletro, in sé, non è permanente poiché gli acidi nei terreni possono disintegrarlo (questo è uno dei motivi della mancanza di resti umani nel relitto del Titanic anche in parti della nave inaccessibili ai pesci ed agli altri agenti degradanti).
I corpi esposti a terreno freddo e umido possono invece sviluppare una sostanza cerosa denominata "adipocere", a causa dell'azione (sulle proteine e sui grassi del corpo) di prodotti chimici presenti nel terreno. La formazione di adipocere ritarda la decomposizione inibendo l'azione dei batteri che causano la putrefazione.

Motivi di studio della decomposizione
Varie scienze, per finalità diverse, studiano la decomposizione dei corpi.
Queste scienze hanno spesso relazione con la medicina legale, perché il motivo più frequente per lo studio specifico sulla decomposizione dei corpi umani è determinare il periodo e la causa della morte di un dato individuo a fini legali.

Per questo si hanno principalmente:

La patologia legale, che studia gli indizi eventualmente utili a individuare la causa della morte come fenomeno medico:
L'entomologia legale, che studia gli insetti e gli altri parassiti trovati nel cadavere; la sequenza in cui compaiono, i generi di insetti e in quale momento del loro ciclo di vita sono trovati, sono indizi che possono far luce sulla data di morte, sulla durata di esposizione del corpo e chiarire se il corpo è stato spostato.
L'antropologia legale è il ramo dell'antropologia che studia gli scheletri ed i resti dell'essere umano, per cercare solitamente indizi quanto all'identità, alla razza ed al sesso del loro ex proprietario.

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mercoledì 8 giugno 2011

The Kennedys

The Kennedys


History racconta in anteprima assoluta in Italia la storia della famiglia Kennedy con una grande serie tv.

Una miniserie in otto episodi che History presenta in anteprima italiana.
Con un cast ed un budget hollywoodiano 'The Kennedys' descrive la storia mai raccontata della grande dinastia americana che non cambiò la storia ma la fece.
Attraverso i volti di Katie Holmes (Jacqueline), del candidato all'Oscar Greg Kinnear (John Fitzgerald), del candidato al Golden Globe Barry Pepper (Bobby) ed il candidato all'Oscar Tom Wilkinson (Joseph Patrick) rivivremo alcuni eventi iconici della storia contemporanea - come La Baia dei Porci, La Crisi dei Missili di Cuba, il Movimento per i Diritti Civili - portando gli spettatori a scoprire gli aspetti più intimi e personali, le epiche conquiste e i fallimenti, gli amori e tradimenti della famiglia di irlandesi che conquistò l'America.

EPISODI

Parte 1. Le grandi aspettative di un padre
All'inizio degli anni '60 mentre John F. Kennedy e Jackie sono sotto i riflettori dei media, papà Joseph lavora senza sosta per assicurare la vittoria al figlio. 
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Parte 2. Vittorie condivise, lotte intestine
Mentre i membri della famiglia collaborano alla campagna elettorale per assicurare la vittoria di John, Jackie è stanca dei presunti tradimenti del marito.
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Parte 3. Invasioni fallite, promesse mancate
Dopo il fallimento dell'invasione della Baia dei Porci, John deve prendere delle decisioni importanti. Intanto, dopo il parto, Jackie vuole un pò di privacy.
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Parte 4. Promesse infrante e barriere letali
L'URSS costruisce il Muro di Berlino e John deve affrontare le crescenti tensioni fra est e ovest. Intanto in qualità di First Lady, Jackie ha diversi impegni.
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Parte 5. Questioni morali e fermenti interni
Le rivolte crescenti contro il razzismo costringono John a prendere delle decisioni importanti. Intanto, Jackie fa uso di anfetamine, mentre Joe ha un ictus.
Parte 6. Sull'orlo della guerra
A causa dei missili istallati a Cuba, i rapporti fra USA e URSS diventano sempre piu' tesi. Intanto Jackie decide di lasciare il marito dopo un altro tradimento.
Parte 7. L'inevitabile si avvicina
Mentre Bobby deve occuparsi di diverso materiale che proverebbe la relazione fra John e Marilyn Monroe, la coppia presidenziale si reca a Fort Worth, in Texas.
Parte 8. L'epilogo
Dopo l'assassinio di John, il fratello Bobby si sente responsabile della tragica morte. Intanto, per il bene del paese, Jackie torna alla vita pubblica. Dopo 5 anni, muore anche Bobby.
CLICCA QUI 

EPISODIO EXTRA 
Nonostante la notorieta' dei Kennedy, molti dei loro momenti piu' intimi sono stati nascosti al grande pubblico. Grazie ad alcuni video privati, scopriamo il lato meno conosciuto di questa famiglia. 
CAST

John Fitzgerald "Jack" Kennedy (JFK)
interpretato da GREG KINNEAR
John F. Kennedy è stato il 35º Presidente degli Stati Uniti, in carica dal 1961 fino al suo assassinio, avvenuto il 22 novembre 1963. Simpatico, idealista, coraggioso, intelligente e arguto, "Kennedy ha portato con sé uno straordinario cambiamento durante i 1000 giorni della sua presidenza. E ha anche dato al nostro paese un nuovo senso di determinazione ed entusiasmo, di cui a quell'epoca c'era un gran bisogno," dice Greg Kinnear.

Robert Francis "Bobby" Kennedy
interpretato da BARRY PEPPER
Robert Francis Kennedy era il settimo dei nove figli della famiglia Kennedy, otto anni più giovane del fratello John F. Kennedy. Atletico, competitivo, instancabile, coraggioso e determinato ad emergere, Bobby ebbe una carriera politica breve ma straordinaria.

Jacqueline Kennedy (Jackie)
interpretata da KATIE HOLMES
Icona internazionale del fascino, oltre che donna tra le più famose del suo tempo e del mondo, Jacqueline Kennedy era una persona controllata ed estremamente elegante, ma allo stesso tempo anche timida e riservata . Allevata in seno alle ricche famiglie Bouvier e Auchincloss, frequentò la scuola di perfezionamento per signorine e il Vassar College, imparò a perfezione il francese e lo spagnolo, amava leggere, dipingere e andare a cavallo. Nel 1952, quando aveva solo 23 anni e lavorava come fotografa per un giornale di Washington, immersa nella vita notturna della capitale tra party e ristoranti, a una cena incontrò John F. Kennedy, giovanissimo deputato del Massachusetts.

Joseph Patrick "Joe" Kennedy
interpretato da TOM WILKINSON
Joe Sr. era un uomo d'affari intensamente ambizioso che adorava la competizione. Sentendosi egli stesso un outsider a causa delle sue origini di immigrato irlandese, aveva l'ossessione di entrare a far parte dell'establishment delle classi alte americane. Dopo essersi laureato ad Harvard nel 1912, Joe Sr. si lanciò in finanza e in breve accumulò una fortuna giocando in borsa e nel mercato delle materie prime, immobiliare e in una lunga serie di settori industriali.

Rose Elizabeth Fitzgerald Kennedy
interpretata da DIANA HARDCASTLE
Rose nacque a Boston nel 1890, primogenita di John F. "Honey Fitz" Fitzgerald , all'epoca membro del Congresso. Quando la ragazza aveva 15 anni suo padre era diventato uno dei sindaci più popolari e pittoreschi che Boston avesse mai avuto. La ragazza studiò in convento e la formazione religiosa che ricevette rappresentò la base di tutta la sua vita successiva.

Ethel Kennedy
interpretata da KRISTIN BOOTH
Ethel Skakel nacque a Chicago nel 1928. Suo padre George, che aveva iniziato a lavorare come semplice impiegato delle ferrovie, era riuscito a mettere in piedi una piccola attività nel carbone insieme ai suoi colleghi, che in breve tempo sarebbe diventata la grande e potente Great Lakes Carbon Corporation. La famiglia divenne molto ricca e si trasferì a Greenwhich, in Connecticut, in un sontuoso maniero di campagna in stile inglese con ben 31 camere. Cresciuta insieme ad altri sei fratelli, Ethel ebbe il meglio di tutto e fu un'atleta a livello agonistico. Studiò in un convento cattolico dove divenne amica e compagna di stanza di Jean Kennedy, la sorella di "Bobby".


martedì 7 giugno 2011

Megafabbriche : Piaggio

Megafabbriche : Piaggio


Fin dagli anni ’50 il nome Piaggio rappresenta il simbolo dell’Italia a due ruote. E ancora oggi rimane uno dei marchi di scooter più amati nel mondo. La Piaggio è una delle prime produttrici mondiali di ciclomotori, e ora ha conquistato il primato sul mercato indiano per i veicoli a tre ruote.
Il più grande stabilimento europeo per la produzione di scooter è situato a Pontedera, in Toscana. L’episodio ci accompagna ad esplorarlo e a seguire come nasce quello che è stato e rimane in assoluto il primo scooter del mondo: la famosissima Vespa.
Seguendo tutte le fasi della produzione, dalla pianificazione generale, passando per la linea di costruzione motori, l’officina di carrozzeria, la linea di assemblaggio e la verniciatura, fino ai collaudi finali prima dell’uscita degli scooter dalla fabbrica, scopriremo come nascono le Vespa di ultima generazione.

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La Vespa è uno storico modello di scooter della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946, su progetto dell'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio. Il nome, divenuto in seguito famoso in tutto il mondo, sembra sia nato da un'esclamazione di Enrico Piaggio che alla vista del prototipo esclamò: "Sembra una vespa!", per via del suono del motore e delle forme della carrozzeria.
Il suo prototipo - l'MP5 Paperino - fu concepito nel biellese quando - durante la seconda guerra mondiale - gli stabilimenti di Pontedera vennero trasferiti in Piemonte, luogo ritenuto più sicuro in funzione dei bombardamenti alleati. Il progetto fu però poi accantonato e il modello non venne più prodotto e commercializzato.


La Storia
Forse la più grande innovazione di questo modello, che contribuì al suo successo planetario, fu la presenza di una carrozzeria portante, che sostituiva il telaio e che copriva integralmente il motore e le parti meccaniche principali, con i risultati di una protezione efficace dalle intemperie e del poter utilizzare finalmente la motocicletta con l'abbigliamento di tutti i giorni, sfatando la nomea della motocicletta che imbrattava il guidatore.
La posizione del motore consentiva la trasmissione diretta dal cambio alla ruota posteriore senza catena, che faceva parte della semplicità progettuale che ha favorito il successo planetario della Vespa.
La prima Vespa aveva una cilindrata di 98 cm3, motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete, potenza massima di 3,2 cavalli a 4500 giri al minuto, che consentivano una velocità massima di 60 km/h e il superamento di pendenze del 20%.
Per il lancio dello nuovo scooter, Enrico Piaggio ottenne di essere ospitato nelle concessionarie della Lancia, anche per sottolineare il telaio-carrozzeria a scocca portante, sperimentato da Vincenzo Lancia, nel 1923, sul modello Lambda. I 100 esemplari pre-serie esposti andarono a ruba e si diede avvio alla produzione in serie di un primo lotto di 2.500 esemplari, 2.181 dei quali furono venduti nel 1946; un risultato destinato a quintuplicare nell'anno successivo, con 10.535 Vespa vendute.
Il prezzo di 68.000 lire equivaleva a diversi mesi di lavoro di un impiegato, tuttavia la possibilità del pagamento rateizzato fu uno stimolo notevole per le vendite: la Vespa dette il primo impulso alla motorizzazione di massa in Italia, prima ancora dell'avvento dell'altra grande protagonista, la Fiat 500.
Anche i modelli successivi avevano rigorosamente motori a due tempi, funzionanti con miscela di benzina e olio (in una prima fase al 6% e al 5%, successivamente al 2%). Il motore era sostenuto posteriormente dalla carrozzeria portante nelle vicinanze della ruota, il serbatoio situato anch'esso posteriormente dal lato opposto del motore e, perlomeno in alcuni modelli, con la presenza anche della ruota di scorta. Il cambio a tre o quattro marce era comandato dal manubrio tramite la rotazione della manopola in blocco unico con la leva di comando della frizione.
Con questo modello si inaugurò la caratteristica della posizione di guida con le gambe non più separate dal serbatoio e appoggiate su una larga pedana posizionata dietro lo scudo di protezione, caratteristica precipua che si ritrova anche negli scooter odierni.
La Vespa è stata prodotta con varie motorizzazioni. Dai modelli 50 cm3 (1963) per uso dai 14 anni senza patente e rigorosamente senza passeggero, alle 125 cm3 che potevano ospitare anche un passeggero (in particolare il modello Primavera) guidabili in Italia a partire dai 16 anni, fino alle versioni da 150 e 200 cm3 autorizzate anche al transito autostradale.
Nonostante lo scorrere degli anni, la Vespa rimane uno degli esempi di design industriale più riuscito al mondo. La sua linea, pur variando nel particolare, rimane inconfondibile nell'insieme: qualsiasi sia il modello, qualsiasi sia l'anno di produzione, le sue caratteristiche fondamentali rimangono impresse a tal punto che l'oggetto Vespa è identificabile in modo univoco.
L'unico scooter "rivale" dell'epoca degno di nota è stato la Lambretta della Innocenti, nata un anno dopo e che ha cessato di essere prodotta in Italia nel 1971.
Oggi assistiamo ad un' altra forma di "divisione interna", tra i sostenitori della Vespa Classica con cambio manuale e motore a due tempi e chi preferisce la nuova Vespa senza cambio, e meno inquinante rispetto ai modelli precedenti. La Vespa PX, ultimo modello a mantenere le impostazioni classiche con motore a 2 tempi, è uscita dai listini ufficiali Piaggio a gennaio 2008,ed è rientrata in produzione nel 2011 nelle cilindrate 125 e 150 con motore rigorosamente 2 tempi, cambio a 4 marce comandato dal manubrio e alcune migliorie tra cui la marmitta catalitica.
Nel 2007 è nata la Vespa S, erede della Vespa 50 Special: i motori sono 4 tempi monoalbero raffreddato ad aria, eroga 10 cv a 8.000 giri/min.
Dopo una fase di mancato rinnovamento dei modelli che causò anche l'interruzione della presenza della marca nel mercato degli USA, all'inizio del XXI secolo, la Piaggio ha presentato una nuova serie di Vespa, con nuove motorizzazioni a 4 tempi e cambio automatico, oltre che con un ammodernamento della linea pur cercando di mantenere dei punti di contatto con la progenitrice.
Nel 2010 e stata presentata all'EICMA di Milano la nuova Vespa PX 150 identica a quella degli anni ottanta e questo ha marcato un ritorno della classica Vespa due tempi a quattro marce.
È anche uno dei mezzi a due ruote che per primi hanno consentito elaborazioni personali; famose le verniciature particolari, le selle personalizzate, l'aggiunta di cromature e tutto ciò che consentiva di poter avere un modello unico di cui dar sfoggio nei numerosissimi raduni dedicati in tutto il mondo a questa motocicletta. Tuttora esistono moltissimi fan club della Vespa anche al di fuori dei confini nazionali Italiani, così come è facile trovare moltissimi siti internet ad essa dedicati. Inoltre, come si può vedere dalle foto, vi sono state delle utilizzazioni poco ortodosse, per esempio l'aggiunta di sidecar o l'adattamento a un uso prettamente militare.