Delitti : Il caso Egidi
L'omicidio di Annarella Bracci è un fatto di cronaca nera avvenuto il 18 febbraio 1950 a Roma, nel quartiere popolare di Primavalle. Vide come vittima la giovane Anna Maria (detta Annarella) Bracci, nata il 15 dicembre 1937 e all'epoca dei fatti poco più che dodicenne.
Il fatto
Annarella Bracci abitava in via Lorenzo Litta, presso il lotto 25, scala L, nella borgata di Primavalle, assieme a numerosi fratelli e alla madre, separata dal marito. Scomparve la sera del 18 febbraio 1950; uscita per comperare del carbone, non fece più ritorno a casa. La polizia non diede immediatamente importanza all'accaduto; i giornali cominciarono a darne evidenza verso il 23-24. Pressate dall'opinione pubblica e dalla protesta della borgata, le forze dell'ordine intensificarono le ricerche sino a veri rastrellamenti. La sera del 3 marzo il corpo della bambina fu ritrovato al limitare di via La Nebbia, allora sita in aperta campagna sul fronte di via della Pineta Sacchetti. Prima del ritrovamento, il nonno della vittima dichiarò alla polizia di aver sognato la nipote in un pozzo, ma i sospetti si appuntarono sulla madre, Marta Fiocchi, sul suo amante e su un conoscente di famiglia, Lionello Egidi.
Il caso fu trattato in una puntata della prima stagione del documentario televisivo Delitti.
Indagini
L'autopsia e le successive indagini accertarono che Anna Bracci fu vittima di un tentativo di stupro; la resistenza provocò la reazione dell'aggressore che la colpì ripetutamente. Credendola morta, la gettò in un profondo pozzo per l'irrigazione dove, agonizzante, annegò.
Circa una settimana dopo il rinvenimento del cadavere, Lionello Egidi confessò l'omicidio, quindi ritrattò le dichiarazioni. Il successivo processo (1952) vide il suo proscioglimento per insufficienza di prove. La condanna in appello, a 26 anni (1955), venne annullata dalla Cassazione nel gennaio 1957. Il delitto rimase senza colpevoli.
Conseguenze nella opinione pubblica
L'impressione sulla gente di Roma fu vivissima e travalicò anche i confini cittadini. Al funerale, a spese del Comune, data l'estrema povertà della famiglia, parteciparono le più alte cariche capitoline, il prefetto, i più alti dirigenti della polizia ed una numerosa folla proveniente soprattutto dalle periferie della città (quasi tutti i quotidiani dell'epoca concordano su una cifra superiore alle centomila persone); l'evento ispirò il famoso disegnatore Walter Molino per la copertina del diffuso settimanale milanese la Domenica del Corriere.
L'emozione suscitata dall'evento, oltre a monopolizzare le cronache dei quotidiani romani, provocò gli interventi in prima pagina di Curzio Malaparte sul Tempo e, in risposta, di Pietro Ingrao sull'Unità, nonché una serie di monografie, di cui una quasi agiografica.
Anna Bracci è sepolta presso il cimitero del Verano, nella cappella di Raniero Marsili, ricordata da una targa esterna.
Ad essa è dedicata la Festa dello Sport che si tiene a Roma.
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