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domenica 27 maggio 2012

Porsche : Da Hitler alla Supercar



Dai trionfi sulle piste alla prigione,ripercorriamo la storia di Ferdinand Porsche,spesso definito come "l'ingegnere degli ingegneri" che collaborò con il regime nazista per creare "l'automobile del popolo.

Ferdinand Porsche (Maffersdorf, 3 settembre 1875Stoccarda, 30 gennaio 1951) è stato un ingegnere e imprenditore austriaco, noto per aver fondato la casa automobilistica Porsche e aver creato, su richiesta di Adolf Hitler, il modello conosciuto come Maggiolino, da cui nascerà la Volkswagen.
Ferdinand Porsche nasce nel 1875 a Maffersdorf, Boemia settentrionale, a quel tempo sotto l'impero austro-ungarico di Francesco Giuseppe, in una famiglia cattolica, ma di costumi calvinisti.
Dopo aver frequentato la Staatsgewerbeschule, scuola professionale, a Reichenberg, nel 1898 si trasferisce nella Vienna della belle époque. Qui lavora prima presso la Béla Egger Electrical company e poi presso la Jakob Lohner & C, che produceva carrozze per la casa imperiale, oltre che per i reali di Norvegia, Svezia e Romania. "Il momento è cruciale: a cavallo del secolo l'Europa è in una fase di forte modernizzazione e l'automobile è sul punto di spiccare il volo per diventare uno strumento della vita quotidiana"[1]; trampolino di lancio fu l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, dove venne presentata l'automobile elettrica Lohner-Porsche (anche se si trattava più che altro di un progetto ibrido), che diede grande fama all'ingegnere austriaco.
Nell'aprile del 1931 con l'apertura dello studio "Dr. Ing. h.c. F. Porsche GmbH" a Stoccarda, nasce il nucleo originario dell'azienda Porsche.
Tre anni dopo si colloca l'avvento al potere in Germania di Adolf Hitler. Uno dei progetti del Führer prevedeva la creazione di una "macchina del popolo" (in tedesco Volkswagen), che non costasse più di 1000 marchi, in modo da essere alla portata dello stipendio di un operaio, che a quel tempo si aggirava in media intorno ai 130 - 200 marchi mensili.
Hitler espose tale progetto a Porsche, iscritto al partito nazista più per convenienza che per convinzione[2]. Quattro anni dopo, nel 1938, Porsche realizzò il modello conosciuto come Maggiolino, la cui produzione diede il via all'odierna casa automobilistica.
Nel corso della seconda guerra mondiale progettò il carro VK 3001 (P), ordinato in tre prototipi, l'unico dei quali fu prodotto nell'ottobre del 1941, e il carro PzKpfw VI Ausf P (SdKfz 181 Ausf P), di cui furono costruiti 90 scafi, successivamente utilizzati per il cacciacarri Elefant, detto anche Ferdinand in onore di Porsche.
Al termine della seconda guerra mondiale scontò 20 mesi di prigionia in Francia con l'accusa di collaborazionismo, ma, grazie all'intervento di Pietro Dusio (il quale pagò la cauzione in cambio del progetto della nuova Cisitalia da Formula 1),[senza fonte] poté fondare a Gmund (Austria) una fabbrica di automobili che portava il suo nome: era il 1948. Ritornò nella sua Stoccarda pochi anni dopo, dove morì di infarto il 30 gennaio 1951.
Dal 1987 è stato inserito nella Automotive Hall of Fame.

Vita privata  
Dalla moglie Aloisia Johann Kaes ebbe due figli, Louise (1904 - 1999) e Ferdinand Anton Ernst (1909 - 1998), detto "Ferry", che lo accompagnò e sostituì alla guida dell'azienda. Alla sua morte il vecchio Ferdinand divise equamente il patrimonio tra i due, scelta che venne così commentata dal figlio: "Sarebbe stato più giusto se mio padre avesse seguito l'esempio dei Rothschild: uno prende la responsabilità, l'altro esegue le decisioni".
Dal matrimonio della figlia Louise con l'avvocato viennese Anton Piëch nacquero quattro figli, Ernst, Louise, Ferdinand, nominato nel 1999 manager automobilistico del secolo, e Hans-Michel; in questo modo il nucleo familiare si distinse in due rami, Porsche e Piëch appunto.



VIDEO
 

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