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venerdì 24 febbraio 2012

Quei secondi fatali: Schianto aereo ad Amsterdam

Quei secondi fatali: Schianto aereo ad Amsterdam



Nel 1992 un cargo della El-Al decolla da Amsterdam. Poco dopo, i motori di destra si staccano e il gigante si schianta su un edificio. Un guasto, un errore umano o un attentato?

INFOWEB

Il disastro di Bijlmer avvenne il 4 ottobre 1992, quando il Boeing 747 El Al 1862 della linea aerea israeliana El Al precipitò contro gli appartamenti di Klein-Kruitberg e di Groeneveen nella vicinanza di Bijlmermeer (quartiere di "Bijlmer", circoscrizione Zuidoost), quartiere periferico di Amsterdam. Il bilancio è di 43 morti, compresi i piloti dell'aereo e un passeggero che sedeva su un jumpseat nella cabina di pilotaggio.

Volo fatale
L'aereo, un Boeing 747-258F, con registro 4X-AXG, era in viaggio da New York a Tel Aviv e fece uno scalo all'Aeroporto di Amsterdam-Schiphol. Durante il volo da New York ad Amsterdam furono notati alcuni problemi. Il Boeing atterrò a Schiphol alle 14:31. Qui sull'aereo venne imbarcato un carico approvato dagli uffici dogane ma, come venne poi scoperto successivamente, non controllato completamente. Il velivolo fece anche rifornimento di carburante. Il capitano Yitzhak Fuchs, il primo ufficiale Arnon Ohad e l'assistente tecnico di volo Gedalya Sofer erano al comando insieme a Anat Solomon, il solo passeggero a bordo, un impiegato di El Al che andava a Tel Aviv per sposare una collega.

Le cause
Gli aerei di linea sono concepiti in modo da poter volare anche con un motore difettoso, o con anche due motori difettosi, come nel caso del 747, che ne ha quattro. In diverse circostanze, ciò consente all'aereo di poter atterrare senza gravi conseguenze in caso si presenti un'emergenza di questo tipo.
Nel caso in cui vi siano gravi problemi ai motori del Boeing 747, i perni con i quali sono fissati all'ala sono progettati in modo da collassare, permettendo che il motore cada dal velivolo senza danneggiare l'ala. Il danneggiamento dell'ala, infatti, può avere conseguenze disastrose. Il consiglio di sicurezza olandese scoprì invece un'anomalia proprio a questi perni. Senza motivo apparente, si era staccato un perno facendo andare tutto il peso sull'altro, facendo così rovinosamente staccare il motore (e una parte dell'ala) dall'aereo. Il motore, che in quel momento era alla massima potenza in quanto in fase di decollo, staccandosi non cadde semplicemente ma, a causa della spinta, fece un balzo in avanti per poi colpire il secondo motore facendo staccare anch'esso. Non solo i due motori risultarono inutilizzabili, ma, staccandosi in quel modo, strapparono una decina di metri di ala e alettoni e, cosa più grave, senza che i piloti se ne rendessero conto.
Per questo motivo l'aereo divenne deportante verso destra e il comandante Fuchs non poté più controllare l'aereo.
Solo con velocità di circa 280 nodi l'aereo riuscì a volare livellato, ma quando il comandante alzò il muso per rallentare mettendolo in assetto di atterraggio, venne a mancare la portanza e non fu più possibile controllare il velivolo.
Questo è dovuto a un limite fisico: infatti i flap servono per dare portanza all'aereo in atterraggio per permettergli di atterrare con velocità ridotta e in decollo per permettergli di decollare con velocità di salita maggiore.
Le indagini successive appurarono che la causa principale del disastro fu la rottura del perno, avvenuta per usura, questo avvenimento portò ad una serie di eventi a catena che resero impossibile evitare il disastro.


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