Yukon Arctic Ultra
James, a pochi mesi da un grave incidente in bici, risalirà nuovamente sul sellino per mettere alla prova i limiti della sopravvivenza in una gara che solo gli atleti con più resistenza fisica hanno tentato, la Yukon Arctic Ultra. Coprendo 430 miglia di deserto ghiacciato del Canada, il campione in pieno inverno, a meno 50 gradi, combatterà venti a 50mhp. Tra gli atleti che vi prendono parte alcuni corrono, altri gareggiano con gli sci di fondo mentre un ristretto numero di partecipanti, compreso James, sceglie la bicicletta. Ma le condizioni meterologiche possono variare così veloceme che è impossibile prevedere chi tra un ciclista, uno sciatore, un corridore oltrepasserà il traguardo per primo. Per prepararsi a quest’ambiziosa avventura James ha commissionato ad un team di esperti la costruzione di una nuova bicicletta disegnata appositamente per “sopportare” le difficoltà del terreno.
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Un torinese alla Yukon Arctic Ultra
Ultimi giorni di allenamento sulle montagne della Valsusa per il runner piemontese prima della partenza per la Yukon Arctic Ultra, la massacrante gara tra le nevi dell’inverno canadese che si corre dal 6 al 19 febbraio prossimi. L'obiettivo: quasi 500 chilometri no stop in un tempo massimo di otto giorni.Almese (Torino), 24 gennaio 2011 – La chiamano la corsa più gelida e più dura del mondo, e non si fa fatica a crederlo, soprattutto per chi partecipa ai segmenti più lunghi e proibitivi. Si tratta della Yukon Arctic Ultra (www.arcticultra.de), gara di pochi dislivelli ma di temperature e condizioni atmosferiche proibitive che si corre dal 2003 sulle tracce della celebre Yukon Quest.
Niente cani però a trainare slitte e corridori: alla Arctic Ultra si può partecipare a piedi, in bici o sugli sci, e senza l’assistenza di alcun mezzo propulsore. I segmenti, oltre alla maratona che si corre sulla distanza classica all’inizio del primo giorno, sono 100, 300 e 430 miglia.
Marco Gandini, 40 anni, veterinario specializzato in chirurgia equina e atleta per passione, correrà nel segmento da 300 miglia (482,80 Km), categoria runners. Al seguito solo una slitta in carbonio carica dei circa 20 chili di attrezzatura necessari per sopravvivere giorno e notte in autonomia, con temperature che possono scendere fino a 40 gradi sotto zero e oltre. Il tempo limite per la percorrenza della distanza è di 192 ore (otto giorni).
Non è la prima impresa di Gandini nella sfera dell’estremo: nell’ultimo anno ha corso alcune delle gare più dure dello sky running e dell’ultra trail italiano, tra cui la incredibile Tor des Géants, in Val d’Aosta (gara di sky running, 330 Km, per 24mila metri di dislivello in sei giorni massimi di percorrenza), l’Ultra Trail du Montblanc, il Trail del Monte Soglio, il Via Lattea Trail in notturna.
È fissata per primo febbraio la partenza da Torino per il Canada, con meta Whitehorse, capitale dello Yukon. Qui gli atleti si trovano per trascorrere l’acclimatazione e gli ultimi preparativi prima del via. Appuntamento il 6 febbraio, alle 10.30 di mattina ora di Whitehorse (19.30 in Italia) per la partenza dell’avventura di Gandini e degli altri atleti in gara nella categoria 300 miglia.
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