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lunedì 30 maggio 2011

L'Isola Dei Cannibali

L'Isola Dei Cannibali


La terribile storia di 6000 'indesiderati', spediti da Stalin su un'isola sperduta in Siberia. Uomini, donne e bambini che soffrono la fame fino a quando rimane loro una sola scelta: si divorano l'un l'altro.

INFOWEB

L'isola dei cannibali è l'isola siberiana di Nazino sul fiume Ob, dove Stalin e il suo ministro degli Interni hanno deportato all'inizio del 1933 circa 6000 cosiddetti "elementi declassati e socialmente nocivi". Provvisti unicamente di una libbra di farina al giorno, nel giro di alcuni mesi il loro numero si ridusse a 2000 e tra i superstiti si verificarono episodi di antropofagia (che diede tristemente il nome all'isola). Su questi episodi fu aperta un'inchiesta che produsse una serie di rapporti, diligentemente archiviati, ma che non ebbero alcun seguito. Il libro di Werth, basato sui documenti ufficiali pubblicati in Russia in seguito all'apertura degli archivi incoraggiata dalla perestroika, inquadra questo tragico episodio nella vita e nella politica staliniana degli anni Trenta.

AFFARE NAZINO
Per affare Nazino si intende un esperimento sociale di sopravvivenza effettuato dalle autorità sovietiche nel 1933 presso l'isola di Nazino, a circa 800km a nord di Tomsk, nel distretto Alexandrovsky dell'Oblast' di Tomsk e coinvolgente all'incirca 13mila persone
o secondo altre fonti 6mila, delle quali 4mila perirono nell'estate del 1933 per la fame o per il cannibalismo dei conviventi. Ai fini del progetto vennero deportati diverse migliaia di soggetti rientranti in una categoria definita da "elementi declassati e socialmente nocivi" da parte delle autorità competenti. I soggetti vennero deportati in lande desolate della Siberia, come Nazino, allo scopo di verificarne l'attendibilità nei rapporti sociali, e al contempo realizzare colonie di popolamento.
Un rapporto dell'esperimento fu relazionato ed inviato da Vassilii Arsenievich Velichko a Joseph Stalin, per poi essere distribuito ai membri del Politburo da Lazar Kaganovič. In seguito, fu messo sotto chiave e custodito negli archivi di Novosibirsk.In accordo con quanto elencato, alla fine del maggio 1933 nell'isola erano presenti 6.114 soggetti provenienti per lo più da Mosca e Leningrado e trasportati nella regione con la linea ferroviaria per Tomsk e infine nell'isola attraverso una chiatta fluviale. Durante il trasporto su fiume, 27 persone morirono e altre 295 decedettero a causa delle estreme condizioni meteorologiche (neve e vento forte) che pervasero l'isola la notte dell'arrivo. A peggiorare ulteriormente la situazione, nei quattro giorni successivi allo sbarco non vi fu alcuna distribuzione di viveri.
Negli anni seguenti, Nazino divenne nota nell'URSS come l'isola dei cannibali o Ostrov ljudoedov, a causa degli episodi di cannibalismo avvenuti tra i deportati nell'isola, in assenza di cibo, viveri e mezzi di sussistenza, lasciati soli dalle autorità dal giorno stesso dello sbarco.
La vicenda e le fasi dell'intera operazione vennero rese note all'opinione pubblica internazionale dopo la dissoluzione del regime sovietico e l'apertura degli archivi governativi degli anni '90. Il materiale storico reperito da studiosi e storici fu in seguito usato per raccontare e capire meglio l'esperimento e i suoi effetti. Nicolas Werth usò i documenti per scrivere L'isola dei cannibali, un libro-inchiesta incentrato sia sull'affare Nazino che su altri simili esperimenti attuati dal governo sovietico nel corso degli anni di governo. Una volta alla ribalta, oltre che causare sconcerto, riportò all'attenzione della storiografia la questione comunismo e cannibalismo.

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