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martedì 5 luglio 2011

La Linea D'Ombra : I segreti della Yakuza

La Linea D'Ombra : I segreti della Yakuza


Nessun gruppo criminale al mondo si identifica con i tatuaggi come gli Yakuza, organizzazione criminale giapponese. Ma quali sono i codici nascosti dietro queste immagini?

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In giapponese i tatuaggi vengono chiamati Irezumi - Horimono - Gaman (入れ墨, 入墨, 文身, 剳青, 黥 o 刺青) ireru inserire sumi inchiostro nero) o horimono (horu inscrivere mono qualcosa).



I più classici disegni del tatuaggio tradizionale giapponese sono:

* I dragoni

* I fiori di ciliegio, simbolo della trascendenza ed evanescenza della vita umana

* Fudomyo-O,versione giapponese della divinità buddhista Acalanatha, versione furiosa del Buddha

* Kara-jishi, animale mitologico

* Le carpe koi, simbolo di perseveranza e coraggio.


Il tatuaggio è stato praticato in Giappone fin dai tempi antichissimi con stili e finalità diverse: le "haniwa", statuette d'argilla rinvenute in antiche tombe giapponesi, hanno chiaramente visibile, tatuaggi facciali che avevano probabilmente un significato religioso o magico; una delle più antiche cronache storiche scritte giapponesi: il "kojiki" riferisce di tatuaggi praticati a scopo estetico e su una pergamena del XVII secolo vi è dipinta una donna il cui corpo è estesamente tatuato.
Le varie forme di tatuaggio, a partire dal XVIII secolo vennero indicate con nomi diversi: quello punitivo era chiamato "irezumi", mentre quello decorativo "horimono" a Edo (Tokio) e "gaman" ( ossia pazienza, che occorre per sottoporsi ad un tatuaggio) nella regione di Kyoto e Osaka.
Verso la fine del XVII secolo il tatuaggio era una pratica molto diffusa in tutta il Giappone. All'inizio del XIX secolo, una serie di coincidenze in un particolare momento di trasformazione dell'assetto sociale del paese, diedero origine a una nuova forma di tatuaggio horimono le cui caratteristiche del tutto particolari, lo rendono unico al mondo per la capacità di raggiungere livelli di qualità, colore, forme, movimento, luce e ombre dei fondi, raffinatezza iconografica, espressiva e tecnica di gran lunga superiore a qualsiasi altra forma di tatuaggio conosciuta fino ad oggi.
Di fronte ad un tatuaggio giapponese ci si rende subito conto della grande differenza concettuale che lo separa dal tatuaggio occidentale: infatti, mentre in occidente i tatuaggi sono disegni isolati incisi nella pelle in una parte qualsiasi del corpo, in Giappone è l'intero corpo ad essere decorato con un unico disegno che ne segue e sottolinea le linee anatomiche e le simmetrie. Ne risulta un perfetto equilibrio tra la parte tatuata del corpo e quella in cui la pelle viene esaltata nella sua purezza.
La tecnica usata attuale è più o meno la stessa usata dai maestri dei secoli scorsi. Il pigmento viene inserito nella pelle dall'ago nello stesso momento in cui esso buca la pelle. Gli aghi, da due a quaranta, vengono assemblati da loro in file parallele o in modo da formare un mazzetto circolare, e fissati su una bacchetta di legno rigida e sottile.
La pelle da tatuare viene tesa tra il pollice e il mignolo della mano sinistra per evitare che ceda alla pressione dell'ago. Usando diversi punti d'appoggio sul mazzetto di aghi, il tatuatore applica sempre la bacchetta come una leva il cui fulcro è costituito dal pollice sinistro immobile sulla pelle. Anche i pennelli per l'inchiostro e i pigmenti vengono impugnati in modo particolare: il pennello in fatti funge da calamaio, intinto di pigmento viene tenuto dal dito medio della mano sinistra in modo da essere a portata di mano quando si esaurisce il pigmento sugli aghi.
Il tatuaggio giapponese nella sua "vita" ha conosciuto periodi di esaltante fioritura e periodi di ingiusta illegalità, continuando però ad essere la massima espressione di quest'arte.

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