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sabato 10 settembre 2011

Tabù: Pioggia di sangue

Tabù: Pioggia di sangue


Nelle società moderne la macellazione avviene in luoghi chiusi. Ma in altre società l'uccisione degli animali, per sacrificio religioso o per rituale, avviene ancora in pubblico.

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Il Grindadráp

La parola faroese Grindadráp viene spesso tradotta come caccia alle balene, pur trattandosi generalmente di caccia a vari generi di delfini. Questa è infatti una delle più grandi risorse economiche del XX secolo delle isole Fær Øer, arcipelago situato nell'Oceano Atlantico appartenente alla Danimarca.
Quest'attività è stata approvata dalle autorità faroesi ma non dalla Commissione internazionale per la caccia alle balene. Circa 950 Globicefali (Globicephala melas speso denominati balena pilota, e in inglese balena dalle pinne lunghe) vengono uccisi ogni anno, molti dei quali durante l'estate. Più raramente vengono cacciate specie come le balene dal naso a bottiglia (Hyperoodon ampullatus) e delfini dai fianchi bianchi atlantici (Lagenorhynchus acutus). La caccia alle balene non è un'attività commerciale e tutti possono parteciparvi. Inizialmente i cacciatori di balene le cacciavano a bordo di barche disposte nell'acqua in posizione circolare. Oggi le barche si dispongono sparse nelle baie o nei fiordi.
La maggior parte dei faroesi considerano importante questa caccia : infatti, essendo una tradizione molto antica, gli abitanti pensano che vada mantenuta. Nonostante tutto, molte comunità lottano per la tutela di questi mammiferi marini. I cacciatori però, hanno fatto in modo che i giornalisti sappiano il meno possibile di quest'attività, per evitare maggiori critiche.

Origine del nome
In lingua faroese la parola grind (suffisso di grindadráp) può avere diversi significati. Con l'espressione ein grind si può intendere un branco di balene. Il plurale, grindir, invece, indica due o più branchi di balene. Ma il grind è anche un avvenimento odierno degli abitanti faroesi. La parola grind deriva dalla lingua norrena. In lingua faroese balena di dice grindahvalur o grindafiskur, letteralmente pesce-grind. Dráp significa invece uccisione o macello. Quindi, la giusta traduzione di grindadráp sarebbe uccisione della balena o macello della balena. Comunque, tradizionalmente la parola grindadráp viene resa in italiano come caccia alla balena.
Nell'antichità, quando si avvistava un branco di balene, si urlava grindaboð. Le parole grind e boð significano rispettivamente balena e urlo. Quindi, la traduzione letterale sarebbe messaggio-grind, ovvero messaggio balena; o ancora, forse più correttamente, notizia-di-grind, cioè notizia di balena.

Storia
La caccia alle balene è un'attività svolta da diversi secoli. Essa era inizialmente molto sviluppata in Islanda, sulle isole Ebridi, sulle isole Shetland e sulle isole Orcadi.
Insediamenti, che sono stati fondati dai Norsemen dal XII secolo, come Norðragøta, mostrano che nell'antichità la caccia alle balene era molto importante per la sopravvivenza economica della famiglia. Inoltre la carne e il grasso di balena costituiva una buona parte della dieta degli antichi faroesi. Il grasso, in particolare, divenne molto importante per la trasformazione in olio, il quale veniva usato per l'illuminazione e per altri scopi. La pelle veniva infine utilizzata per la produzione di corde e funi.
Per la tutela delle balene nel medioevo furono stese delle leggi. Alcune citazioni di queste norme sono state ritrovate in Norvegia; il documento legislativo più antico ritrovato sulle isole Fær Øer, invece, chiamata Sheep Letter e risale al 1298. Esso include leggi che limitano il numero di uccisioni di balene.

La caccia
La caccia alla balena delle Faroe, o grindadráp, viene svolta in vari passaggi. Prima di tutto bisogna avvistare un branco di balene nei pressi di una spiaggia autorizzata. Una volta avvistata, si chiamano altre imbarcazioni che circondano il branco e lo spingono a riva. Infine ogni balena viene spiaggiata, uccisa e lavorata.

Avvistamento
Per la caccia alla balena è stato escogitato un sistema molto efficace. Il reverendo Lucas Jacobsøn Debes migliorò e mise in atto questo sistema, il quale fu utilizzato sin dal XVII secolo ad oggi. Il sistema antico consisteva nell'avvistare un branco di balene e, una volta fatto questo, avvisare gli abitanti nei dintorni. A quel punto, con un fuoco si avvisavano anche gli abitanti delle isole vicine, che accorrevano per l'elaborazione della balena cacciata.
Questo sistema è considerato il più antico tra tutti. Questo perché occorrevano molte più persone e di conseguenza molte più barche per uccidere un branco di balene rispetto agli altri metodi. Oggi, comunque, la notizia dell'avvistamento di una balena viene diffuso nei dintorni attraverso cellulari e altri mezzi di comunicazione moderni.

Localizzazione
La localizzazione scelta per la caccia alla balena è ovviamente scelta in base al numero di animali presenti nella zona. È illegale uccidere balene in posti con condizioni inappropriato, ad esempio con villaggi e città nei pressi. Il fondale marino dev'essere in pendenza dalla riva al largo, senza buche più profonde o rialzi per una buona caccia alla balena. Infatti, un fondale leggermente in pendenza è l'ottima condizione per trascinare alla riva una balena intrappolata senza rovinarla. Quando si avvista un branco di balene, le barche si avvicinano ad esse per intrappolarle, e questo, per una buona caccia, deve avvenire all'estremità di una baia o di un fiordo. Sulle isole Fær Øer ci sono 17 città e villaggi in grado di ospitare una buona caccia alle balene, e pertanto sono legali per quest'attività. Questi sono Bøur, Fámjin, Fuglafjørður, Syðrugøta, Húsavík, Hvalba, Hvalvík, Hvannasund, Klaksvík, Miðvágur, Norðskáli, Sandavágur, Sandur, Tórshavn, Tvøroyri, Vágur e Vestmanna. Queste città sono alcune tra i maggiori posti in cui vengono uccise le balene secondo le statistiche, iniziate nel 1854, che continuano fino a oggi.

Regolamento
Negli inizi del XIX secolo, nel Parlamento faroese (Løgting) si decise di rendere le regole sulla caccia alle balene più rigide. Il 4 giugno 1907 il Parlamento danese (in lingua faroese amtmaður) stese una bozza di legge per evitare l'estinzione delle balene. Negli anni seguenti, queste leggi persero importanza, ma nel 1932 fu istituita la prima regola nelle isole Fær Øer sulla protezione delle balene. Dopo questo avvenimento, ogni parte di svolgimento della caccia alle balene fu adattata in base alle leggi. Questo non solo fece in modo che fossero uccise meno balene, ma aiutò anche a conservare la tradizione di un tempo, quando non si riusciva a cacciare tante balene per carenza di tecnologie. Nel regolamento è compreso l'utilizzo degli abiti antichi, che però sono scomodi e inappropriati.

Distretti
Dal 1832 le isole Fær Øer sono divise in distretti per spartire la caccia alle balene omogeneamente e per evitare un numero eccessivo di uccisioni di questi animali. Le balene vengono trasportate nelle apposite industrie, presenti in tutti i distretti, in modo tale che i residenti abbiano una possibilità di lavoro.

Supervisione
Prima della messa in atto della legge del 1948, il Parlamento danese aveva la responsabilità di supervisione delle balene nelle isole Fær Øer. Oggi la supervisione è responsabilità del governo delle Fær Øer. Il governo ha l'incarico di assicurare che siano rispettati i regolamenti e le disposizioni relative alla caccia della balena pilota. Nella pratica, ogni caccia si svolge sotto la supervisione di un rappresentante locale del potere legislativo che è responsabile della preparazione, della caccia vera e propria e della distribuzione del pescato.

La caccia vera e propria
Gli elementi che costituiscono la caccia alla balena sono ami, funi e strumenti per la misurazione delle balene. Una barca equipaggiata in questo modo è sicuramente riservata a questa attività. La barca per la caccia alla balena non è come la tradizionale piccola imbarcazione faroese, ma neanche un grande veicolo come quelli riservati alla guardia costiera, e non contengono i moderni macchinari. La barca per la caccia alla balena è semplicemente descritta come una piccola barca, la quale è inoltre usata per la lavorazione del pescato.
Quando i cacciatori incontrano una balena, hanno la possibilità di spostarla. Si ha questo diritto solo quando si incontra, in un fiordo o in una baia, un branco di balene, e ovviamente quando le condizioni marine lo permettono. Tra il codice di leggi sulla caccia alla balena, c'è una regola che dice che se si incontra un branco di balene lo si può incastrare e portare a riva. Per condurre verso la riva il branco di balene le barche formano un semicerchio. Al segnale del caposquadra del gruppo di cacciatori, delle pietre vengono lanciate nell'acqua dietro il branco di balene, così si è più facilitati a spostare le balene fino alla spiaggia, dove verranno poi trasportate nelle fabbriche per il loro lavoro. Non è permesso, nell'oceano aperto, acchiappare le balene con una fune. Lo spostamento di un branco di balene deve sempre avvenire sotto la supervisione di un'autorità del luogo.
Le balene che non vengono arenate sulla spiaggia sono spesso sottoposte all'estrazione del grasso con un oggetto affilato (chiamato in lingua faroese sóknarongul), dopodiché vengono tirate a terra. Ma, dopo l'accusa di maltrattamento di animali, i cacciatori faroesi hanno iniziato a usare oggetti che permettono alla preda di morire prima, per non farla soffrire troppo (questo oggetto in lingua faroese si chiama blásturongul). Oggi questo utensile viene utilizzato solo per arenare questi cetacei sulla spiaggia. Gli oggetti più primitivi, che furono inventati nel 1993, furono accettati, ma sostituiti da ulteriori utensili più efficaci e moderni. Comunque, gruppi contro la caccia alla balena come Greenpeace e l'Associazione per la tutela dei delfini e delle balene (WDCS) richiedono la diminuzione di uccisione di animali.
Inoltre, nel 1985, le isole Fær Øer hanno vietato l'uso di strumenti come arpioni e lance per l'attività di caccia alla balena, considerati non necessari, ma anche crudeli, perché non uccidono subito la vittima, ma la fanno soffrire.
Dopo aver arenato le balene sulla spiaggia, i cacciatori tagliano il dorso delle prede presso la spina dorsale con uno speciale coltello, chiamato in lingua faroese grindaknívur. Date le circostanze, questo coltello è considerato il miglior modo per uccidere una balena, perché la uccide subito senza farla soffrire tanto tempo. Naturalmente, neanche con questo metodo, la morte è istantanea. Dopo aver tagliato la balena, essa può essere ancora viva pochi secondi o pochi minuti. La media aritmetica che è stata calcolata è di circa 30 secondi.

Dopo la caccia
Durante il taglio alla spina dorsale di una balena, le loro maggiori arterie vengono recise. Questo causa una colorazione del mare circostante rosso-sangue. Questo causa molte polemiche e critiche da parte di gruppi per la tutela dei cetacei.
Da quando armi da fuoco, arpioni e lance non vengono più usate in questa attività, ogni cetaceo deve essere ucciso individualmente sulla battigia utilizzando l'apposito coltello.
Ólavur Sjúrðaberg, presidente dell'associazione faroese dei cacciatori di balene, descrive la caccia alla balena in questo modo: "Sono sicuro che nessuno uccida i propri animali senza sentirsi scosso. È una cosa che vuoi essere fatta nel modo più rapido possibile e con la minima sofferenza per l'animale [...] Posso ben capire le forti reazioni che la gente ha nei confronti delle immagini della caccia alla balena nelle Faroe, ma ogni tipo di carne era prima una creatura vivente che qualcuno ha dovuto uccidere per poterla avere nel piatto. La gente sembra dimenticare questa semplice realtà della vita"

Trasformazione in cibo
La maggior parte della dieta tradizionale faroese è costituita da carne. Questo perché, le isole Fær Øer, avendo un clima freddo, non consentono un buono sviluppo dell'attività agricola. Durante l'inverno, i faroesi mangiano perlopiù carne salata o cibo essiccato (comprendente pesci, carni, uccelli e balene). Questo ha fatto che, per gli abitanti degli Stati del Nord Atlantico, la balena fosse una grande risorsa cibaria.
Il grasso e la carne delle balene vengono prevalentemente mangiate, in queste isole, nelle case più antiche. Questo ha fatto in modo che la carne non venisse venduta al supermercato. Benché le isole Fær Øer esportassero pesce, la balena non viene commerciata. Su circa 956 balene (dati medi tra il 1990 e il 1999), cioè 500 tonnellate di carne e grasso, il 30% è prodotto nell'arcipelago.
La carne e il grasso delle balene costituiscono una specialità faroese. Fino allo scorso secolo, questo cibo costituiva la maggior parte della dieta degli abitanti dell'arcipelago. Carne e grasso possono essere cucinati in vari modi, il più famoso dei quali è grind og spik. Quando è ancora fresca, la carne viene bollita e servita tagliata in fette. La bistecca di balena in lingua faroese è chiamata grindabúffur. Carne, grasso e patate in buccia vengono messi in una pentola e fatti cuocere per circa un'ora. Sottili fette di grasso sono un tipicamente accompagnate al pesce essiccato.
Per conservare il cibo, un tempo, sulle isole Fær Øer, si salava o si lasciava all'aria aperta in modo da essiccarlo. Oggi, più frequentemente, si lascia in freezer. Il modo tradizionale è meno utilizzato, ma comunque, di rado, è ancora attivo, soprattutto nei villaggi più piccoli.
I turisti che visitano l'arcipelago, e che vogliono assaggiare le specialità del posto, possono degustare nelle varie feste, soprattutto estive, in cui carne e grasso di balena vengono venduti per le strade delle città e dei villaggi.


http://it.wikipedia.org/wiki/Grindadr%C3%A1p

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