Chi è la baronessa di Carini? Perché e da chi fu uccisa? Nell’Ottocento, la sua immagine di vittima di un delitto d’onore tipicamente siciliano ebbe molta fortuna e attraverso i cantastorie si diffuse per tutto il Novecento fino a interessare Pasolini. Senza parlare degli onori televisivi che le tributò la Rai con ben due sceneggiati. In realtà, la sua storia infelice ci è stata tramandata in forme edulcorate che hanno poco a che vedere con gli eventi storici del 1563 in un paese vicino a Palermo. La ricostruzione dell’affaire si deve a un libro del filologo Alberto Varvaro, Adultèri, delitti e filologia (Il Mulino, pp. 160, € 11,20).
Il
famoso caso della baronessa di Carini viene narrato in un piacevole
poemetto di tradizione popolare apparso a stampa nel 1870: una nobile,
giovanissima, sorpresa con il suo amante dal marito e dal padre, viene
uccisa per salvare la rispettabilità della famiglia. In questa chiave è
stato narrato da decine di cantastorie siciliani, professionisti e
dilettanti. L’edizione si deve a Salvatore Salomone Marino, un medico di
Borgetto che si interessa di studi sulle tradizioni popolari e manda
alle stampe un componimento di 262 versi in dialetto siciliano. Dopo tre
anni esce una seconda edizione arricchita di 150 versi. Il testo, che
Marino vanta come la ricostruzione scientifica di un presunto originale
fedele alla cronaca, vivrà una larga fortuna e sarà ripreso dal celebre
studioso Giuseppe Pitrè, cui si ispirerà Pasolini nel suo Canzoniere
italiano.
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