La Sindone Di Leonardo
Recenti studi compiuti sulla Sacra Sindone potrebbero mostrare una nuova
e sorprendente ipotesi. È possibile che la figura sia un disegno fatto
da Leonardo Da Vinci?
INFOWEB
Vittoria Haziel, autrice nel 1998 del libro “La passione secondo
Leonardo”, non ha più dubbi a riguardo. Il genio della Gioconda e della
Vergine delle Rocce realizzò in pratica un falso storico. «A cavallo del
Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano,
Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone», ha spiegato nei giorni scorsi
Vittoria Haziel. «Prese una tela antica e servendosi di un ferro
arroventato sul fuoco disegnò sulla tela l’immagine di un uomo che
portava sul corpo i segni della tortura e della crocifissione. Per
disegnare l’impronta del volto, Leonardo usò se stesso come modello,
realizzando dunque un autoritratto. La maestria di Leonardo fu tale da
riuscire a creare il primo negativo “fotografico” della storia, avendo
come matrice solo un’immagine mentale. Non solo: l’artista toscano
inoltre riprodusse un’immagine che non si vede sul retro della tela e
che ha in sé le caratteristiche di quello che più in là sarà definito lo
“sfumato leonardesco”. Insomma, Leonardo fece Dio a sua immagine e
somiglianza credendo fortemente nella divinità dell’uomo».
Una teoria affascinante, quella della scrittrice toscana (che vediamo
nella foto a fianco), che ha provato a fare luce, come tanti prima di
lei, sui misteri e le controversie che avvolgono la tela custodita oggi
nel Duomo di Torino. Sacra reliquia per i credenti, (nella tradizione è
il sudario che avvolse il corpo di Cristo deposto dalla croce), la
Sindone di Torino, in realtà, non ha retto alla prova della scienza. Gli
esami del carbonio 14 effettuati nei laboratori di Oxford, Tucson e
Zurigo hanno portato tutti allo stesso risultato: il lenzuolo-sudario
risale incontestabilmente all’epoca medioevale.
Ad ogni modo, la tesi della scrittrice che attribuisce a Leonardo la
paternità della Sindone (nella foto accanto il volto) conservata a
Torino non è nuova. Non più tardi di qualche giorno fa è stato infatti
diffuso lo studio di Lillian Schwartz, in cui la specialista in grafica
della School of Visual Arts di New York sostiene che il volto della
Sindone è un autoritratto del maestro. «Al contrario della Schwartz,
però», ha spiegato la Haziel, «io sono riuscita a riprodurre la Sindone
usando la pirografia, ossia la stessa tecnica alla quale ricorse
Leonardo, e ho ottenuto un risultato molto simile all’originale. È
impossibile sostenere, come ha fatto la Schwartz, che una tela, cosparsa
di una emulsione fotosensibile, posta in una stanza buia e sigillata,
una sorta di camera oscura ante-litteram, venga impressa grazie al sole.
Quale sole può essere duraturo come un lampada?».
Nel 2010 è in programma una nuova ostensione della Sindone custodita nel
Duomo di Torino (nella foto a fianco). Certamente, per quella data, si
moltiplicheranno studi, teorie o solo semplici supposizioni sul
lenzuolo-reliquia che nei secoli ha affascinato e sedotto credenti e
non. Anche la Haziel ha nel cassetto una nuova edizione de “La passione
secondo Leonardo”. Laureata in legge, la scrittrice si è accostata per
puro caso allo studio della Sindone, o meglio, come sostiene la diretta
interessata, per una serie di «coincidenze straordinarie» che, negli
anni, l’hanno portata fino a Leonardo e alla «creazione consapevole» da
parte dell’artista di un’«opera» che poi sarebbe diventata l’«icona per
eccellenza».
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