Regia di R.Sejko. Il filmato ricostruisce per la prima volta, attraverso le immagini dell'archivio Luce e quelle inedite dell'Archivio Cinematografico Albanese, la storia dell'Albania nell'arco del XX secolo.
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L'Albania (pron.: /alba'nia/) ufficialmente Repubblica di Albania, (IPA [ɾepublika e ʃcipəˈɾisə], Republika e Shqipërisë in albanese, detta anche Shqipëria - letteralmente Paese delle aquile) è uno stato della Penisola balcanica, nel sud-est dell'Europa.
Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo, a est con la Macedonia e a sud con la Grecia; le sue coste si affacciano sul Mar Adriatico (sul Canale d'Otranto) e sullo Ionio.
L'Albania è una Repubblica Parlamentare, l'attuale Primo ministro è Sali Berisha (in carica dal 2005), il Presidente della Repubblica è invece Bamir Topi (in carica dal 2007).
La lingua ufficiale del paese è l'albanese. Gli albanesi chiamano se stessi shqipëtarë (schiptar)
Etimologia
Albania è il nome, in latino medievale, del paese che viene chiamato Shqipëri dai suoi abitanti. In greco bizantino, il nome del paese è Albania, con le sue varianti Albaētia, Arbanētia.
Il termine "Albania", così come altri toponimi europei e mediterranei, ad esempio Alpi e Albione, può avere due possibili etimologie, entrambe plausibili: dalla radice protoindoeuropea *albho-, che indicava il "bianco", oppure dalla radice, sempre protoindoeuropea, *alb-, ovvero "collina".
Nel II secolo a.C., Polibio nelle sue Storie menziona una tribù di nome Arbon nella zone centrali dell'odierna Albania. Gli abitanti di quelle zone venivano chiamati Albanoí e Arbanitai.
Un'altra ipotesi suggerisce che il toponimo derivi dalla tribù illirica degli Albani registrata da Tolomeo, che disegnò una mappa nel 150 molto significativa per la storia dell'Illiria. Questa mappa mostra la città di Albanopolis (situata a nordest di Durazzo), che fu in seguito chiamata Albanon e Arbanon, benché non sia sicuro che si tratti della stessa città.
Una ulteriore ipotesi è quella che considera il toponimo come derivato dalla Albània Caucasica nella vecchia Armenia, all'incirca corrispondente con il territorio dell'attuale Azerbaijan e Dagestan meridionale.
Nelle sue Storie scritte nel 1079–1080, lo storico bizantino Michael Attaliates fu il primo a riferirsi agli Albanoi per aver preso parte ad una rivolta contro Costantinopoli nel 1043, e agli Arbanitai, come popoli assoggettati dal duca di Dyrrachium.
Lingua ufficiale e minoranze linguistiche
La lingua ufficiale è l'albanese (nome nativo Gjuha Shqipe /ˈɟuˌha ˈʃciˌpɛ/), una lingua parlata da oltre 6 milioni di persone principalmente in Albania (3.350.000), Kosovo (2.500.000), Macedonia (750.000), Grecia (160.000 nel 2000-2002[senza fonte]) e Montenegro (70.000).
L'albanese costituisce un gruppo a parte della famiglia linguistica indoeuropea. Alcuni studiosi suggeriscono che sia l'unico sopravvissuto del gruppo illirico parlato un tempo nella penisola sud-occidentale dell'Europa. Altri suggeriscono che possa essere imparentato più con l'antico daco, un tempo parlato in Mesia e in Dacia.
Una piccola parte della popolazione dell'estremo sud parla il greco. Una minoranza linguistica nell'est parla il macedone, e un'altra minoranza linguistica nel nord-ovest parla il serbo (dialetto iekavo). Le lingue straniere più conosciute sono l'italiano, l'inglese, il greco, il tedesco e il francese.
Etnie
Composizione etnica (secondo una stima del 1989):
Albanesi: 95%
Greci: 3%
Altri 2%: Serbi, Macedoni, Bulgari, Montenegrini.
Secondo altri studi, nel 1989 la popolazione vivente in Albania di origine greca oscillava dal 1% (statistiche ufficiali del governo albanese) al 12% (statistiche di una organizzazione greca).Esistono inoltre altre minoranze quali i bosniaci musulmani, gli Ashkali detti anche Egiziani albanesi, i Valacchi (o Arumeni), i Gorani, e i Rom. Vi sono anche una piccola comunità armena, e una ebraica a Tirana.
La diaspora albanese vanta una tradizione secolare e riguarda molti Paesi e in particolare l'Italia, e in anni più recenti, la Grecia. Si calcola che la più antica migrazione fu quella che riguardò un cospicuo gruppo di persone della comunità Arbëreshë, i cui discendenti vivono ancora oggi in alcune regioni del sud Italia (Puglia, Molise, Calabria, Sicilia).
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