20 febbraio 2012, a pochi chilometri dalla città di Umeaa in Svezia, Peter Skyllberg, un uomo di 44 anni, viene ritrovato vivo in condizioni molto gravi nella sua auto rimasta completamente sepolta dalla neve per due mesi. A salvare l’uomo è stato un giovane con una motoslitta che ha visto sbucare dalla neve il tetto del veicolo: all’interno qualcosa si muoveva ed ha avvertito la polizia. Come è riuscito Peter a sopravvivere a queste condizioni?
Peter Skyllberg, l'uomo svedese di 44 anni trovato in un'auto sepolta sotto la neve per 2 mesi, ha affermato di essere sopravvissuto senza cibo.
E' stato ritrovato dagli agenti di polizia nella contea di Vaesterbotten in condizioni molto gravi, affamato, incapace di parlare e di camminare. Skyllberg testimonia di essere rimasto intrappolato nella sua auto il 19 dicembre 2011, ma la circostanza è ancora oggetto di indagine: le foto scattate all'interno della vettura mostrano incarti vuoti di bevande e cibo che dimostrerebbero che l' uomo avrebbe avuto qualche piccolo sostentamento. La vettura è stata trovata venerdì scorso alla fine di una pista forestale, a più di 1 km di distanza da una strada principale nel nord della Svezia. La polizia riferisce che la temperatura nella zona era da poco scesa a -30 gradi centrigradi.
A dispetto dello scetticismo dilagante, gli esperti ritengono che è possibile sopravvivere per circa 60 giorni senza cibo, ma di solito in condizioni più calde, tuttavia pare che la quantità di neve sulla vettura potrebbe aver creato un "effetto igloo".
Nel 2006 l'escursionista Mitsutaka Uchikoshi, scomparso durante una arrampicata suo monte Rokko nel Giappone occidentale, sopravvisse ben 24 giorni senza cibo e acqua. Il giapponese fu ritrovato con una temperatura corporea di 22 °C, quasi 15 al di sotto del normale, e, dopo essere stato curato per una grave ipotermia, Uchikoshi tornò a casa, lasciando i medici perplessi riguardo la miracolosa guarigione. Pare che Uchikoshi fosse caduto in uno stato ipotermico molto precocemente, una condizione molto simile ad un letargo.
I medici sono a conoscenza di molti episodi simili, tuttavia il caso di Peter Skyllberg, rimane abbastanza estremo.
"E nei limiti delle possibilità, ma non completamente insostenibile", ha detto il dottor Mike Stroud, docente di Medicina e Nutrizione all'Università di Southampton. "Ci sono un certo numero di fattori che possono influenzare la capacità di una persona di sopravvivere - dice Stroud - come,
ad esempio il modo in cui il metabolismo del corpo rallenta per
risparmiare energia. La media a riposo del corpo umano, facendo
assolutamente nulla, produce circa 100 watt di calore del corpo, che
potrebbe funzionare come una lampadina. Ma in queste
circostanze l'organismo comincerà a rilasciare sempre meno calore per
risparmiare. Ecco perchè un corpo più pesante con una maggiore quantità
di grasso corporeo - conclude il docente - dovrebbe avere più di un vantaggio."
La teoria è supportata anche da Catherine Collins, portavoce della British Association Dietetics che spiega che "
il corpo si può rimodellare durante il digiuno per ridurre al minimo la quantità di calorie di cui ha bisogno, gli spostamenti di Skyllberg erano limitati ad un piccolo spazio e ciò avrebbe aiutato conservare preziose calorie, inoltre l'isolamento ed il freddo avrebbero protetto il suo sistema immunitario".
Il dottor Ulf Segerberg, direttore medico presso Norrlands University Hospital in Svezia, ha affermato che le proprietà isolanti della neve potrebbero aver contribuito alla sopravvivenza dell'uomo.
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