Concordia: io c'ero
Il documentario racconta la vicenda della Concordia attraverso la prospettiva esclusiva dei superstiti e dei loro soccorritori.
L'insieme di testimonianze, dei video amatoriali, delle foto, di materiali audiovisuali vari, raccolti anche attraverso un'apposita sezione del sito Natgeotv.com, costruisce un racconto corale fatto di tanti punti di vista, ognuno con il suo approccio emotivo, i suoi momenti di forza e di debolezza; dal Maresciallo dei carabinieri che da crocerista solitario si trasforma in soccorritore di centinaia di persone, alla parrucchiera che vede il suo sogno di partecipare al casting di un reality trasformarsi in un incubo.
Gli operatori di questo documentario sono in gran parte i suoi protagonisti. Ognuno di loro, con telefonini e macchine fotografiche si trasforma in regista e cronista di un'esperienza terribile vissuta sulla propria pelle.
Le immagini e i suoni catturati a bordo della città galleggiante che inesorabilmente si inabissa da un lato, trascinano lo spettatore nei momenti più drammatici di quella notte, raccolti in presa diretta.
Nella sala ristorante si festeggia: l’equipaggio e i passeggeri cantano “Volare”. All’improvviso la luce salta, i piatti cadono per terra e qualcuno comincia a urlare.
Così inizia il dramma della nave Concordia.
Nel video in esclusiva un'anteprima del documentario realizzato con i video e le testimonianze di chi ha vissuto la tragedia in prima persona.
Nella clip i momenti terribili su una scialuppa di salvataggio ripresi da un passeggero che riprende i concitati momenti della salita sull'imbarcazione di emergenza e la complicata discesa in acqua.
Nel documentario anche una lunga intervista a Manrico Giampedroni, il membro dell’equipaggio salvato dopo circa 36 ore dal naufragio, che ricostruisce approfonditamente il dramma vissuto: “La nave era inclinata. Mentre camminavo su quello che era diventato il pavimento, una porta si è aperta sotto i miei piedi e sono precipitato per quattro o cinque metri. Sono svenuto e quando mi sono risvegliato, ero nell’acqua e avevo una gamba fratturata.
Dopo circa un giorno e mezzo i vigili del fuoco riescono a raggiungere Giampedroni. “Pensava di essersi salvato – ricorda Francesco Boaria, uno dei soccorritori. Ma noi sapevamo che la situazione era diversa. La parte più difficile iniziava proprio ora: tirarlo fuori dalla nave”. L’operazione dura tre ore: “Ho vissuto queste tre ore – rivela Giampedroni – come se fossero un viaggio verso non so dove. Avevo la sensazione di tornare alla vita. E’ stato come nascere di nuovo”.
Per la prima volta racconta in maniera dettagliata la propria esperienza il sudcoreano Han Gi Duk, che insieme alla moglie Jung Hye Jin è stato salvato oltre 24 ore dopo l’impatto della nave contro lo scoglio.
“Ho sentito qualcuno entrare nella nostra cabina e dirci qualcosa, doveva essere un membro dell'equipaggio Credo che ci abbia detto in inglese di abbandonare la nave, ma noi eravamo profondamente addormentati e non ho capito una parola di cosa dicesse… Solo quando la nave ha iniziato a inclinarsi notevolmente, ci siamo svegliati… Ci siamo mossi di corsa, ma tutte le vie di fuga erano bloccate Il livello dell’acqua si stava alzando: sono rimasto paralizzato dalla paura. Forse per la prima volta, ho realizzato che avremmo davvero potuto morire”.
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