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lunedì 7 marzo 2011

0,9 ampere - Storia dell'elettroshock

0,9 ampere - Storia dell'elettroshock


Inventato negli anni '30 da un neuropsichiatra italiano, Ugo Cerletti, l'elettroshock resta una delle tecniche terapeutiche più controverse. Ma è possibile giudicarlo senza pregiudizi?

INFO
Ugo Cerletti (Conegliano, 26 settembre 1877 – Roma, 25 luglio 1963) è stato un neurologo e psichiatra italiano. Ideatore della terapia elettroconvulsivante, comunemente nota con il nome di elettroshock, utilizzata per la cura di alcuni disturbi mentali.
Attività scientifica
Cerletti arrivò a utilizzare l'elettroshock terapeutico sull'uomo in conseguenza degli esperimenti da lui condotti sugli animali circa le conseguenze neurologiche di ripetute crisi epilettiche. A Genova, e successivamente a Roma, usò apparati elettroconvulsivanti per provocare attacchi epilettici ripetibili e controllabili su cani e altri animali. L'idea di utilizzare la TEC su pazienti neuropsichiatrici gli venne dopo aver osservato alcuni maiali che venivano anestetizzati con una scarica elettrica prima di essere condotti al macello. Va inoltre considerato che sin dal 1935, il metrazol (un farmaco convulsivante) e l'insulina erano largamente usati in molti paesi per il trattamento della schizofrenia, con risultati interessanti.
L'idea alla base dell'approccio era fondata sulle ricerche effettuate dal premio Nobel Julius Wagner-Jauregg sull'uso di convulsioni indotte attraverso la malaria per la cura di alcuni disturbi nervosi e mentali - come la demenza paralitica causata dalla sifilide - nonché sulle teorie sviluppate da Ladislas Meduna, secondo il quale la schizofrenia e l'epilessia erano disturbi antagonisti; ricerche e teorie che nel 1933 portarono Manfred Sakel a sviluppare la "terapia del coma insulinico" in psichiatria.
Cerletti usò per la prima volta la terapia elettroconvulsivante nell'aprile del 1938, in collaborazione con Lucio Bini, su un paziente affetto da schizofrenia con sintomi di delirio, allucinazione e confusione; una serie di elettroshock terapeutici permisero al paziente di tornare ad uno stato mentale di normalità. Conseguentemente, negli anni successivi, Cerletti e i suoi collaboratori effettuarono regolarmente gli elettroshock terapeutici, sia su animali sia su pazienti neuropsichiatrici, arrivando a determinare l'affidabilità della terapia e la sua sicurezza e utilità nella pratica clinica, soprattutto per il trattamento della psicosi maniaco-depressiva, e dei casi più gravi di depressione. Il suo lavoro e le sue ricerche ebbero un’influenza notevole, e l'uso della terapia si diffuse velocemente in tutto il mondo.
Nella sua lunga attività di psichiatra e neurologo, Cerletti pubblicò 113 lavori scientifici, sulla patologia delle placche senili nel Morbo di Alzheimer, sulla struttura delle cellule della glia, sul tessuto nervoso normale e patologico, sulla sifilide congenita, sugli ormoni e sul gozzo endemico.
Vanno ricordati anche alcuni suoi contributi estranei alla medicina: l'ideazione di tute bianche per la mimetizzazione delle truppe alpine, e l'invenzione di una spoletta a scoppio ritardato per artiglieria.
È sepolto nel cimitero di Chiavenna, vicino al padre e alla moglie Antonietta Marzolo (morta nel 1977).

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