Orozco El Embalsamador
Il lavoro dell'imbalsamatore in uno dei luoghi piu' violenti della terra: Bogota in Colombia. Il fotografo Tsurisaki Kiyotaka, conosciuto come 'El Cartucho', incontra l'esperto imbalsamatore Froilan Orozco e ne nasce un documentario davvero feroce e visivamente impressionante su uno dei lavori piu' sanguinosi che esistano in terra colombiana.
INFOWEB
L'imbalsamazione è un insieme di tecniche volte a preservare un cadavere o un corpo animale (tassidermia) dalla decomposizione.Storia antica
La civiltà degli Antichi Egizi fu la prima in cui le tecniche di imbalsamazione si svilupparono in modo notevole. Gli Egizi ritenevano che la conservazione della salma potesse consentire allo spirito del defunto di riappropriarsene (e quindi resuscitare) in tempi successivi. La pratica era diffusa anche presso gli Inca e presso altre popolazioni del Perù, in aree climaticamente favorevoli ad operazioni di contrasto della decomposizione. I primi esempi di cadaveri che conservano parti non ossee provengono infatti da sepolture in ambienti poco adatti alla decomposizione come deserti o zone molto fredde. Nella civiltà occidentale l'imbalsamazione fu utilizzata soprattutto per soldati e guerrieri di rango defunti lontano da casa ed i cui corpi si intendeva preservare per celebrarne le esequie nella madrepatria. I termini imbalsamazione e mummificazione indicano procedimenti analoghi. L'imbalsamazione (dal latino in balsamum significa "mettere nel balsamo", cioè in una mistura di resine; il processo di mummificazione era molto simile: i corpi venivano trattati con unguenti, oli e resine poi avvolti in strati di tessuto anch'essi impregnati di resine. Una delle sostanze utilizzate nell'Antico Egitto per l'imbalsamazione era il natron (carbonato decaidrato di sodio) importante per le sue proprietà. Questa sostanza veniva raccolta sulle rive del Nilo nelle pozze d'acqua che residuavano dopo le piene ed evaporavano successivamente sotto l'azione del sole. Si ipotizza che a dare inizio alle tecniche di imbalsamazione in Egitto sia stata la constatazione che i cadaveri abbandonati nella sabbia calda del deserto si disidratavano, diventando meno sensibili alla putrefazione.
L'imbalsamazione moderna
Oggigiorno, l'imbalsamazione è destinata soprattutto alla preservazione di animali morti (trofei di caccia o animali ornamentali, ad esempio i fenicotteri, che furono di gran moda in Italia negli anni trenta, impagliati o proprio imbalsamati). In questo contesto essa viene anche detta tassidermia (dal greco: "mettere in ordine" + "la pelle"), in quanto lo scopo è soprattutto quello di conservare pellicce o piumaggio dell'animale morto. Non mancano comunque ancor oggi applicazioni per la conservazione di cadaveri umani. Ad esempio, nella laica Unione Sovietica la salma di Lenin è stata imbalsamata. La moderna imbalsamazione si giova della scoperta della formaldeide, ad opera del chimico August Wilhelm von Hofmann (1867). Questa sostanza, poi evoluta nella formalina, soppiantò l'allora usato arsenico.
Dopo l'immersione in liquidi battericidi, alcune sostanze derivate dalla originaria formaldeide vengono immesse nel cadavere con appositi macchinari, che ne riempiono l'intero sistema vascolare e parte di quello linfatico. Per prevenire il rigor mortis, i tendini degli arti vengono recisi. Le palpebre vengono cucite così che l'occhio resti chiuso (in talune tecniche l'occhio viene asportato e sostituito da globi metallici). Anche la bocca viene cucita per le labbra, ma solo al termine dell'otturazione di tutte le aperture del corpo con ovatta medicata. Tutte le chiusure sono poi sigillate, oggi con derivati siliconici, per prevenire la fuoriuscita di liquidi.
L'imbalsamazione, umana o animale, è vietata da talune legislazioni anche occidentali, come nel caso dell'Olanda.
STREAMING
0 commenti:
Posta un commento