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giovedì 22 novembre 2012

Hitler e la grande beffa


La storia di sei eroi che hanno usato tutta la loro astuzia e il loro coraggio per realizzare l'Operazione Bodyguard.

Operazione Fortitude fu il nome collettivo dato dalle forze Alleate a una serie di operazioni di depistaggio svolte prima e durante lo Sbarco in Normandia nella seconda guerra mondiale. Queste facevano parte anche del piano generale di depistaggio per il 1944, chiamato Operazione Bodyguard. Fortitude aveva due forme: Fortitude Nord, che aveva lo scopo di instillare in Hitler e nei suoi generali il timore di uno sbarco anfibio in Norvegia, e Fortitude Sud, che tentava di raggirare l'alto comando tedesco facendogli credere che gli sbarchi avrebbero avuto luogo sul Passo di Calais, piuttosto che sulle spiagge della Normandia.
Le operazioni di depistaggio di Fortitude Sud erano molteplici e attentamente congegnate. Queste variavano dalla costruzione di finti aeroporti con aeroplani di cartapesta nell'Inghilterra dell'Est alle false comunicazioni radio lungo la costa meridionale dell'Inghilterra che simulavano movimenti di armate fasulle. In quel periodo i tedeschi avevano in Inghilterra circa 50 agenti segreti, ma vennero tutti catturati grazie al lavoro della divisione B dell'MI5 e molti di questi divennero falsi agenti al servizio degli Alleati. Questi agenti segreti doppi inviavano all'intelligence tedesca messaggi falsi e fuorvianti, uno dei più famosi fra di loro fu Garbo. Gli inglesi, per mantenere credibili agli occhi dei tedeschi questi falsi agenti li inviavano a fare attentati in edifici pubblici vuoti per dimostrare le loro "attività".
Nell'Operazione Quicksilver gli alleati crearono un intero esercito finto. Il FUSAG, il First United States Army Group, era in gran parte finto ad eccezione del comandante, il generale George Patton, alcune unità token e l'intera sezione di trasmissioni che generava un falso traffico di comunicazioni radio tra unità inesistenti. Patton era impopolare presso l'alto comando alleato ma era considerato, anche dai tedeschi, uno dei maggiori esperti di guerra con carri armati, facendo così sembrare il FUSAG una temibile minaccia.
Il FUSAG venne concentrato nella parte di costa più a nord, in modo che l'intelligence tedesca deducesse che il nucleo centrale della forza di invasione fosse dinnanzi a Calais, il punto della costa francese più vicino a quella inglese e quindi il più adatto e prevedibile per uno sbarco.
Gli Alleati furono in grado di valutare facilmente i risultati prodotti dalla loro opera di depistaggio. Il sistema di spionaggio ULTRA — che era riuscito a decifrare i messaggi crittografati tedeschi come ad esempio quelli della macchina Enigma — riusciva a fornire indicazioni circa l'effetto che sortivano presso l'alto comando tedesco le loro operazioni. Essi mantennero la finzione del FUSAG e di altre forze minaccianti il Passo di Calais per un tempo considerevole dopo il D-Day, fin quasi al settembre 1944. Ciò fu vitale per il successo del piano alleato perché forzò i tedeschi a mantenere molte delle loro forze di riserva bloccate ad aspettare un attacco a Calais che non arrivò mai, permettendo quindi agli Alleati di costruire e mantenere la loro testa di ponte per l'avanzata in Normandia.

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