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lunedì 23 aprile 2012

La Sindone Di Leonardo

La Sindone Di Leonardo

 
Recenti studi compiuti sulla Sacra Sindone potrebbero mostrare una nuova e sorprendente ipotesi. È possibile che la figura sia un disegno fatto da Leonardo Da Vinci?

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Vittoria Haziel, autrice nel 1998 del libro “La passione secondo Leonardo”, non ha più dubbi a riguardo. Il genio della Gioconda e della Vergine delle Rocce realizzò in pratica un falso storico. «A cavallo del Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano, Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone», ha spiegato nei giorni scorsi Vittoria Haziel. «Prese una tela antica e servendosi di un ferro arroventato sul fuoco disegnò sulla tela l’immagine di un uomo che portava sul corpo i segni della tortura e della crocifissione. Per disegnare l’impronta del volto, Leonardo usò se stesso come modello, realizzando dunque un autoritratto. La maestria di Leonardo fu tale da riuscire a creare il primo negativo “fotografico” della storia, avendo come matrice solo un’immagine mentale. Non solo: l’artista toscano inoltre riprodusse un’immagine che non si vede sul retro della tela e che ha in sé le caratteristiche di quello che più in là sarà definito lo “sfumato leonardesco”. Insomma, Leonardo fece Dio a sua immagine e somiglianza credendo fortemente nella divinità dell’uomo».
Una teoria affascinante, quella della scrittrice toscana (che vediamo nella foto a fianco), che ha provato a fare luce, come tanti prima di lei, sui misteri e le controversie che avvolgono la tela custodita oggi nel Duomo di Torino. Sacra reliquia per i credenti, (nella tradizione è il sudario che avvolse il corpo di Cristo deposto dalla croce), la Sindone di Torino, in realtà, non ha retto alla prova della scienza. Gli esami del carbonio 14 effettuati nei laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo hanno portato tutti allo stesso risultato: il lenzuolo-sudario risale incontestabilmente all’epoca medioevale.
Ad ogni modo, la tesi della scrittrice che attribuisce a Leonardo la paternità della Sindone (nella foto accanto il volto) conservata a Torino non è nuova. Non più tardi di qualche giorno fa è stato infatti diffuso lo studio di Lillian Schwartz, in cui la specialista in grafica della School of Visual Arts di New York sostiene che il volto della Sindone è un autoritratto del maestro. «Al contrario della Schwartz, però», ha spiegato la Haziel, «io sono riuscita a riprodurre la Sindone usando la pirografia, ossia la stessa tecnica alla quale ricorse Leonardo, e ho ottenuto un risultato molto simile all’originale. È impossibile sostenere, come ha fatto la Schwartz, che una tela, cosparsa di una emulsione fotosensibile, posta in una stanza buia e sigillata, una sorta di camera oscura ante-litteram, venga impressa grazie al sole. Quale sole può essere duraturo come un lampada?».
Nel 2010 è in programma una nuova ostensione della Sindone custodita nel Duomo di Torino (nella foto a fianco). Certamente, per quella data, si moltiplicheranno studi, teorie o solo semplici supposizioni sul lenzuolo-reliquia che nei secoli ha affascinato e sedotto credenti e non. Anche la Haziel ha nel cassetto una nuova edizione de “La passione secondo Leonardo”. Laureata in legge, la scrittrice si è accostata per puro caso allo studio della Sindone, o meglio, come sostiene la diretta interessata, per una serie di «coincidenze straordinarie» che, negli anni, l’hanno portata fino a Leonardo e alla «creazione consapevole» da parte dell’artista di un’«opera» che poi sarebbe diventata l’«icona per eccellenza».


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